Perché è importante conoscere le sette festività del popolo ebraico? Quali insegnamenti si celano dietro a queste feste? In questo studio cercheremo di fare una sintesi di ognuna di esse, ma soprattutto analizzeremo il significato profetico! Ovviamente, come cristiani del nuovo patto non siamo tenuti a osservare le feste ebraiche così come vengono presentate nell’A.T, ma ciò non toglie che si possono osservare attualizzandole. Quello che a noi interessa veramente è il significato profetico che Gesù ci ha lasciato, visto che le prime quattro feste le ha adempiute con la Sua morte (Pasqua), sepoltura (Azzimi), risurrezione (Primizie), e la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste (Settimane). Ora restano le ultime tre, che sono: il ritorno di Cristo con la resurrezione dei morti (Trombe); la distruzione dei malvagi e purificazione della terra (Espiazione); le nozze dell’Agnello e il millennio nella Gerusalemme celeste (Festa capanne)

1. La Pasqua (Pesach)
2. La Festa dei Pani Azzimi (Chag HaMotzi – pane senza lievito)
3. La Festa delle Primizie (Yom Habikkurim). Questa festa è nel primo giorno dopo il sabato di Pasqua.
4. La Festa delle Settimane o Pentecoste (Shavuot)
5. La Festa delle Trombe o Yom Teru’ah (Rosh haShana)
6. Il Giorno dell’Espiazione (Yom Kippur)
7. La Festa delle Capanne o Tabernacoli (Sukkot)

 

 

INTRODUZIONE

NISAN

marzo-aprile

14 Pasqua (Lev 23:4,5)

15-21 Pani Azzimi (Lev 23:6-8)

16 Offerta delle primizie (Lev 23:9-12)

Chiamato anche Aviv (Esodo 13:4, 23:15, 34:18, Deut 16:1)

IYAR aprile-maggio

Chiamato Ziv  (1 Re 6:1; 6:37)

SIVAN maggio-giugno

6 Shavuot (Settimane – Pentecoste) (Eso 34:22 e Lev 23:15-16)

TAMMUZ giugno-luglio

 

AV luglio-agosto

 

TISHRÌ

settembre-ottobre

1 Squilli di tromba (Lev 23:24)

10 Giorno dell’Espiazione (Lev 23:27)

15-21 Festa delle Capanne (Lev 23:34)

22 Assemblea solenne (Lev 23:36)

Chiamato anche Ethanim (1 Re 8:2)

CHESHVAN  ottobre-novembre

Chiamato Bul (1 Re 6:38)

KISLEV novembre-dicembre

25 Festa della Dedicazione  (Hanukkah, detta anche festa delle Luci  Gv 10:22)

TEVETH dicembre-gennaio

 

SHEVAT gennaio-febbraio

 

ADAR febbraio-marzo

13: Digiuno di Ester (Ester 4:16)

14: Purim (Ester 9:26-27)

VEADAR marzo (mese aggiunto)

 

 

Nel libro del Levitico al capitolo 23 troviamo l’elenco delle sette feste solenni che il popolo d’Israele doveva  osservare, secondo l’ordine dato dall’Eterno a Mosè. Ognuna di queste feste ha una connotazione messianica concernente la vita e il ministero del Signore Gesù Cristo, con una conseguente applicazione anche alla chiesa di Cristo. Le prime quattro feste qui menzionate si svolgevano in primavera, mentre le tre restanti in autunno. Dio, tramite questo ciclo di Feste svelava il ministero di Gesù Cristo: dalla Sua morte fino alla nuova terra; del resto anche il piano della salvezza del genere umano è stato svelato attraverso il santuario terreno e i suoi riti.

Colossesi 2:16,17 «Nessuno dunque vi giudichi per cibi o bevande, o rispetto a feste, a noviluni o ai sabati; queste cose sono ombra di quelle che devono venire; ma il corpo è di Cristo».

Ma a cosa allude Paolo? In questo studio vedremo il significato di queste feste o sabati, da non confondersi con il sabato settimo giorno, che sono “l’ombra di cose che dovevano avvenire“. L’apostolo Paolo nel citare questi sabati si riferisce alle sette festività ebraiche e ci ricorda che hanno un significato profetico-spirituale; e se qualcuno le volesse osservare anche nel nuovo patto non deve essere oggetto di biasimo o critica. Inoltre, anche la pioggia di primavera come quella in autunno, menzionata nell’Antico e nel Nuovo Testamento hanno un significato profetico.

Geremia 5:24 «Non dicono in cuor loro: “Temiamo l’Eterno, il nostro DIO, che dà la pioggia a suo tempo, la prima e l’ultima pioggia, che mantiene per noi le settimane fissate per la mietitura”». Giacomo 5:7 «Esortazione alla pazienza; il giuramento, la preghiera, la conversione dei peccatori Or dunque, fratelli, siate pazienti fino alla venuta del Signore; guardate come l’agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra con pazienza, finché abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione».

La prima e la seconda pioggia rappresentano due discese di Spirito Santo. La prima è avvenuta in “primavera” al tempo della chiesa apostolica; mentre la prossima avverrà in “autunno” poco prima del ritorno di Cristo e del compimento delle tre feste restanti. L’apostolo Pietro ci fornisce la spiegazione dicendo…

Atti 2:14-20 «Ma Pietro si alzò in piedi con gli undici e ad alta voce parlò loro: «Giudei e voi tutti che abitate in Gerusalemme, vi sia noto questo e prestate attenzione alle mie parole. Costoro non sono ubriachi, come voi ritenete, poiché è solo la terza ora del giorno. Ma questo è ciò che fu detto dal profeta Gioele: “E avverrà negli ultimi giorni, dice Dio, che spanderò del mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni e i vostri vecchi sogneranno dei sogni.  In quei giorni spanderò del mio Spirito sopra i miei servi e sopra le mie serve, e profetizzeranno. E farò prodigi su nel cielo e segni giù sulla terra: sangue, fuoco e vapore di fumo. Il sole sarà mutato in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il grande e glorioso giorno del Signore».

Questa profezia è iniziata con la Pentecoste e finirà con l’ultima Pentecoste come profetato nei versetti dal 19 al 20, che sono segni posti nel prossimo futuro.

1- LA PASQUA

1. Festa della Pasqua (Pesach – Levitico 23:5)

Il calendario religioso ebraico inizia con questa festa che viene celebrata nel 14° giorno del mese Nisan. Questo giorno commemora la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù nel paese di Egitto con il sacrificio dell’agnello che doveva essere messo da parte nel 10° giorno del mese, per essere poi sacrificato nel 14° giorno. L’agnello non veniva arrostito mai dentro casa, ma nel cortile, e questo prefigurava la crocifissione di Gesù Cristo avvenuta fuori le mura di Gerusalemme; inoltre doveva essere senza difetto o macchia e non si dovevano rompere le ossa. Gesù, oltre a essere puro e perfetto in ogni cosa, non gli fu spezzato nessun osso, mentre ai ladroni che morivano accanto a Lui vennero spezzate le gambe per accelerarne la morte; poiché al tramonto iniziava la Pasqua.

Giovanni 19: 14-15 « or era la preparazione della Pasqua, ed era circa l’ora sesta; e disse ai Giudei: “Ecco il vostro re”. Ma essi gridarono: «Via, via, crocifiggilo». Pilato disse loro: «Crocifiggerò il vostro re?».

Giovanni 19: 31-33 «Or i Giudei, essendo il giorno di Preparazione, affinché i corpi non rimanessero sulla croce il sabato, perché quel sabato era un giorno di particolare importanza, chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. I soldati dunque vennero e spezzarono le gambe al primo e poi anche all’altro, che era crocifisso con lui; ma, arrivati a Gesù, come videro che era già morto, non gli spezzarono le gambe».

Il sangue dell’agnello veniva applicato sugli stipiti e sulle porte di ogni casa e quando l’angelo distruttore vedeva  il sangue, passava oltre, senza colpire i suoi occupanti. Il termine Pasqua deriva dalla parola Pesach e significa appunto “passare oltre”, quindi “passaggio”, che è stato sia quello del mar Rosso verso la liberazione o terra promessa e sia il passaggio dalla schiavitù del peccato verso la libertà in Cristo. Noi siamo stati riscattati dal prezioso sangue dell’Agnello nel giorno della Sua morte, ossia Pasqua (14° giorno del mese di Nisan), che cadeva di mercoledì e non di venerdì come erroneamente insegnato. La Pasqua ebraica rappresenta la morte in Cristo e non la resurrezione come la tradizione popolare vuol far credere. Il profeta Daniele aveva profetato che il Messia sarebbe morto nell’anno 31 d.C. nel mezzo della settimana.

Daniele 9: 26,27 «Dopo le sessantadue settimane il Messia sarà messo a morte e nessuno sarà per lui. E il popolo di un capo che verrà distruggerà la città e il santuario; la sua fine verrà con un’inondazione, e fino al termine della guerra sono decretate devastazioni. Egli stipulerà pure un patto con molti per una settimana, ma nel mezzo della settimana farà cessare sacrificio e oblazione; e sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore, finché la totale distruzione, che è decretata, sarà riversata sul devastatore».

Gesù morì mercoledì pomeriggio 14 Nisan del 31 d.C. verso le 15:00, quando nel Tempio di Gerusalemme si sacrificava il primo agnello pasquale. Rimase poi nella tomba tre giorni. Matteo 12:40 «Infatti, come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del grosso pesce, così starà il Figlio dell’uomo tre giorni e tre notti nel cuore della terra». Resuscitò alla fine del sabato settimanale, allo scadere del terzo giorno. La domenica mattina apparve a Maria Maddalena. Giovanni 20:17 Gesù le disse: «Non toccarmi, perché non sono ancora salito al Padre mio; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro che io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro», quindi salì al cielo quale offerta del covone, ossia la primizia (Lv 23:10,11) per presentare al Padre il suo sacrificio, per poi tornare sulla terra e starvi altri quaranta giorni prima della Sua ascensione finale al cielo che “deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose” (Atti 1:3,9-11;3:21). Senza l’adempimento della Pasqua, nessuna delle feste successive avrebbe potuto avere luogo e senso. Gesù è morto per i nostri peccati (1Corinzi 15:3;1Giovanni 1:7) affinché potessimo morire noi stessi ai nostri peccati e iniziare una vita nuova, trasformata e modellata come quella di Cristo (Romani 6:1-11).

 

2- LA FESTA DEI PANI AZZIMI

2. Festa dei Pani Azzimi (Chag HaMotzi – Levitico 23:6).

Questa festa iniziava il giorno seguente la Pasqua, nel quindicesimo giorno del mese e durava sette giorni, dal 15 al 21 del mese di Nisan. Il 15° giorno, cioè il primo giorno della festa era festivo, pertanto non si doveva lavorare. Durante questa festa, gli Israeliti dovevano pulire completamente le case da ogni traccia di lievito e mangiare pane senza lievito; poiché il lievito rappresenta il peccato. L’apostolo Paolo paragona il lievito al peccato e all’ipocrisia.

1Corinzi 5:6-8 «Il vostro vanto non è una buona cosa. Non sapete che un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta? Purificatevi del vecchio lievito per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata. Celebriamo dunque la festa non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità».

Questa festa ricorda anche il passaggio del Mar Rosso all’asciutto, che è avvenuto proprio durante la Festa dei Pani Azzimi e questo rappresenta anche la nostra sepoltura in Cristo. Queste due feste, con l’entrata d’Israele nella Terra promessa furono fuse insieme per formare un’unica festa (Lv 23:5-6). Il significato spirituale di mangiare durante sette giorni dei pani senza lievito è quello di eliminare il peccato dalle nostere vite e ricevere la pienezza dello Spirito di Cristo per diventare «santi come Dio è santo» (1 Pietro 1:15-16). Inoltre, il giorno seguente era anche’esso festivo, e si doveva presentare a Dio il «covone agitato» del primo raccolto di orzo, che rappresentava Cristo come primo raccolto spirituale di Dio dall’umanità.

3 - LA FESTA DELLE PRIMIZIE

3. Festa delle Primizie (Yom Ha bikkurim – Levitico 23:11)

Questa festa si doveva osservare nel primo giorno della settimana, ossia il giorno dopo il sabato di Pasqua. In quel giorno, le primizie di ogni prodotto del paese erano presentate all’Eterno, per ringraziarlo delle benedizioni che Egli concedeva al Suo popolo. Gesù risorto si è presentato sia agli uomini che al Padre nel primo giorno della settimana; poiché Egli è la Primizia della risurrezione e di coloro che risorgeranno.

1Corinzi 15:20 Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, ed è la primizia di coloro che dormono.

Questa Festa delle Primizie rappresenta anche la nostra risurrezione in Cristo. Quindi, le prime tre Feste di primavera rappresentano le tre tappe della nostra salvezza in Gesù Cristo: la nostra morte, la nostra sepoltura e la nostra risurrezione in Cristo.

4 - LA FESTA DELLE SETTIMANE

4. Festa Pentecoste (Shavuot – Levitico 23:16)

Shavuot era la festa delle primizie e della mietitura (Es 23:16), e si celebrava dopo le “sette settimane” di raccolto o 49 giorni dopo il giorno dell’offerta del «covone agitato» (Esodo 34:22; Levitico 23:15-22); era chiamata anche «feste delle settimane» (Levitico 23:16; Atti 2:1). Il popolo Ebraico conquistò la libertà fisica con la liberazione dall’Egitto, ma fu solo dopo che ricevette i Comandamenti e la Legge che arrivò anche la liberazione spirituale; poiché i Dieci Comandamenti furono promulgati sul Monte Sinai proprio cinquanta giorni dopo l’uscita del popolo ebraico dall’Egitto.

Atti1:4-8 «Trovandosi con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’attuazione della promessa del Padre, «la quale», egli disse, «avete udita da me. Perché Giovanni battezzò, sì con acqua, ma voi sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni»… Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra».

Questa festa, che anticamente era incentrata sull’offerta agitata di due pani lievitati fatti con la prima mietitura di grano, prefigura la presenza davanti a Dio del Suo popolo come «primizie» spirituali (Romani 8:23; Giacomo 1:18). I pani intrecciati rappresentano la chiesa, composta da Ebrei e Gentili uniti nello stesso corpo, che è la chiesa di Gesù Cristo. Inoltre, essa rappresenta la conversione del popolo di Dio tramite lo Spirito Santo, donato alla chiesa primitiva in modo potente proprio il giorno di Pentecoste (Atti 2:1-4, 17). La chiesa di Cristo vive sotto questa potenza di Spirito, mentre aspetta l’ultima pioggia autunnale e l’ultimo raccolto di anime prima del ritorno di Gesù. Le prime quattro Feste di primavera si sono adempiute nel ministero del Signore Gesù; mentre le prossime tre Feste d’autunno devono ancora compiersi, nel loro conseguimento profetico per Cristo e per la chiesa.

5 - LA FESTA DELLE TROMBE

5. Festa delle Trombe (Yom Teru’ah – Levitico 23:24)

 

Questa Festa doveva essere celebrata il primo giorno del mese di Tishri (settembre). La sua durata era un giorno in Israele e due giorni fuori d’Israele, oggi dura due giorni per tutti.  Il tempo che intercorreva tra la Festa delle Settimane (Pentecoste) e la Festa delle Trombe, era un tempo di siccità in Israele e di maturazione dei raccolti e delle messe. Mentre oggi rappresenta il tempo che intercorre tra la Pentecoste e il ritorno del Signore per l’ultimo raccolto finale ed è anche un tempo di ravvedimento e preparazione al Giudizio di Dio.

Nell’ultimo mese dell’estate (Elul) veniva suonato ogni giorno lo shofar (il corno d’ariete) e per una sola volta, per preparare il popolo alle prossime tre feste dell’autunno. Il primo giorno del mese di Tishri segna l’inizio della Festa delle Trombe, lo shofar squilla 100 volte per radunare i fedeli e convocarli al Tempio. Tutti dovevano abbandonare i lavori del raccolto per recarsi alla festa, che segna anche il primo giorno dell’anno civile ebraico, o Rosh Hashanah come il “Giorno del giudizio” (Yom ha-Din) ed il “Giorno del ricordo” (Yom ha-Zikkaron) e Yom Teru’ah (Festa delle Trombe – Le 23:24).

La Festa delle Trombe è l’unica ad essere celebrata in un giorno di luna nuova e si svolgeva in due giorni, un’unica “lunga giornata”, ed era conosciuta anche come la festa “della quale non si conosce né il giorno né l’ora”. E questo perché due testimoni avevano il compito di osservare il cielo, e come vedevano la prima mezzaluna che spuntava dal monte del tempio, suonavano i cento colpi di tromba: 11 serie formate da nove brevi colpi ciascuna e alla fine di queste serie un suono potente e prolungato, quello dell’ultima tromba. Questa è “l’ultima tromba” di cui parla l’apostolo Paolo in 1Tessalonicesi 4:16; 1 Corinzi 15:51-53 ed è la settima tromba suonata dall’angelo in Apocalisse 11:15. Al suono dell’ultima tromba il Signore appare nel cielo per risvegliare tutti quelli che sono morti in Cristo, i quali insieme ai cristiani viventi vengono traslati in cielo.

1Tessalonicesi 4:16,17 «perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo;poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signorepoi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore».

Nota: Se i due testimoni non potevano avvistare la luna nuova perché era nuvoloso a Gerusalemme, non si poteva proclamare la festa, ecco perché nessuno sapeva mai con precisione quando iniziava.

Qual è il significato della Festa delle Trombe per gli ebrei? Il suono della tromba doveva ricordare ai giudei che Dio è misericordia, ma è anche giudizio. Il suono della tromba è una chiamata al pentimento, e alla misericordia di Dio per coloro che si pentono, ma è anche l’annuncio del giudizio per coloro che rifiutano di pentirsi. Quindi, aspettiamoci la prima delle tre feste autunnali, con la resurrezione dei morti in Cristo e il rapimento della chiesa vivente.

6 - IL GIORNO DELL'ESPIAZIONE

6. Festa delle Espiazioni  (Yom Kippur – Levitico 23:27)

 

Questa Festa doveva celebrarsi il decimo giorno del mese di Tishri, ed è il giorno più santo e solenne del calendario religioso ebraico. Questo giorno era preceduto dalla Festa delle Trombe e per i nove giorni seguenti, fino al giorno dello Yom Kippur ogni singola persona si doveva preparare facendosi un esame introspettivo e disporsi al pentimento, alla confessione dei propri peccati e alla riconciliazione con Dio e con il prossimo. Gli ebrei dovevano affliggere le loro anime nel giorno dello Yom Kippur e non dovevano né mangiare né bere durante le 24 o 25 ore.

Nel giorno dello Yom Kippur il Sommo Sacerdote aveva il diritto di entrare nel Luogo Santissimo col sangue di agnelli e di capri per fare l’espiazione dei peccati di tutto il popolo e per la purificazione del santuario terreno, e questo avveniva una sola volta all’anno; inoltre in quest’unica occasione annuale il Sommo Sacerdote poteva anche pronunciare il nome di Dio. Prima che il Sommo Sacerdote officiasse, doveva lavarsi e indossare degli indumenti speciali, solo allora poteva fare l’espiazione per se stesso e per la propria famiglia, immolando un toro come sacrificio per il peccato ed un montone come olocausto (Lev. 16:3). Fatto questo, faceva avanzare davanti l’ingresso del luogo santo due capri su quali si tirava a sorte: uno era immolato per i peccati del popolo e l’altro, chiamato capro espiatorio o Azazel veniva lasciato libero di vagare e morire nel deserto e portava i peccati dei quali era stato caricato. Azazel può avere il significato di “mandato via”, se si scinde la parola in Azal da cui deriva Azel, ed ez in ebraico vuol dire “capro”, che simboleggia Satana.

Questa cerimonia aveva un profondo valore e significato, poiché durante tutto l’anno i peccati venivano confessati quotidianamente e trasferiti mediante il sangue sostitutivo dell’agnello all’interno del santuario, e questo lo rendevano simbolicamente impuro; ecco perché ogni anno avveniva la purificazione del santuario, detta il giorno dell’espiazione o del giudizio. Il sangue del capro designato per Dio veniva portato nel luogo Santissimo dal Sommo Sacerdote, il quale faceva l’aspersione una volta sul propiziatorio (coperchio dell’arca) e sette davanti al propiziatorio. La legge trasgredita riceveva così soddisfazione, poiché sta scritto che: «secondo la legge, quasi tutte le cose sono purificate col sangue; e senza spargimento di sangue non c’è perdono dei peccati» (Ebrei 9:22). Inoltre sopra al propiziatorio si manifestava la Shekinah, e questa era la presenza di Dio che perdonava i peccati del popolo, in questo modo il santuario era purificato.

Quindi, con la Festa delle Trombe appare Gesù nel cielo e tutti i salvati di ogni epoca risorti, insieme a quelli viventi vengono condotti nella Gerusalemme celeste, mentre sulla terra avviene la purificazione con la distruzione dei malvagi nella battaglia di Harmaghedon; inoltre con l’ultima coppa versata o settima piaga, scompare ogni forma di vita sulla terra.

Apocalisse 16:17-20 «E li radunarono in un luogo in ebraico detto: «Armagheddon». Poi il settimo angelo versò la sua coppa nell’aria, e dal tempio del cielo, dal trono, uscì una voce che diceva: «È fatto». Allora ci furono voci, tuoni e lampi, e ci fu un gran terremoto di tale forza ed estensione, di cui non ci fu mai l’eguale da quando gli uomini vivono sulla terra. La grande città fu divisa in tre parti e le città delle nazioni caddero, e Dio si ricordò di Babilonia la grande, per darle il calice del vino della sua furente ira. E ogni isola fuggì e i monti non furono più trovati».

Il peccato e il male viene simbolicamente caricato su Satana/Azazel, che vagherà nella terra deserta fino alla sua completa distruzione che avverrà dopo il millennio e il giudizio finale dei perduti. Questo è quello che rappresenta la Festa dell’Espiazione.

Apocalisse 20:1-3 Poi vidi un angelo che scendeva dal cielo e che aveva la chiave dell’abisso e una gran catena in mano. Egli prese il dragone, il serpente antico, che è il diavolo e Satana, e lo legò per mille anni,  poi lo gettò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni, dopo i quali dovrà essere sciolto per poco tempo.

Apocalisse 20:7-10 E quando quei mille anni saranno compiuti, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle per la guerra; il loro numero sarà come la sabbia del mare. Esse si muoveranno su tutta la superficie della terra e circonderanno il campo dei santi e la diletta città. Ma dal cielo scenderà fuoco, mandato da Dio, e le divorerà. Allora il diavolo, che le ha sedotte, sarà gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli.

7 - LA FESTA DELLE CAPANNE

7. Festa dei Tabernacoli o Capanne (Sukkot – Levitico 23:34)

 

Questa festa cominciava il quindicesimo giorno del mese di Tishri e durava sette giorni. Il 22° giorno o ottavo giorno era anch’esso un giorno santo, ma distinto dagli altri e costituiva l’ultimo grande giorno della festa. Questa festa veniva chiamata anche “Festa della nostra gioia” o “Festa del raccolto”; poiché si celebrava la mietitura autunnale (Esodo 23:16).

Esodo 23:16 «Osserverai anche la festa della mietitura, delle primizie del tuo lavoro, di quello che hai seminato nei campi; e la festa della raccolta, alla fine dell’anno, quando raccoglierai dai campi i frutti del tuo lavoro».

La Festa dei Tabernacoli o Capanne è una festività gioiosa articolata in sette giorni, e veniva celebrata quando il raccolto dei campi era terminato; inoltre gli Israeliti dovevano vivere in dimore provvisorie, delle capanne appunto. Questa festa ricorda anche la permanenza degli ebrei nel deserto dopo la liberazione dalla schiavitù dall’Egitto: quaranta anni in cui abitarono in dimore precarie, accompagnati però dalla gloriosa presenza di Dio con la colonna di fuoco e la nube di gloria, in attesa di arrivare alla terra promessa. Questa festa simboleggia il raccolto finale e sono le primizie della terra, la “sposa” che incontra lo “Sposo” nella Gerusalemme celeste per celebrare le nozze dell’Agnello della durata di sette giorni. Allo scadere dei mille anni, il tabernacolo di Dio ridiscende per riabitare eternamente la nuova terra restaurata, dopo il Giudizio finale “dell’ottavo giorno”.

Apocalisse 21:1-4 «Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati, e il mare non c’era più. E io, Giovanni, vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. E udii una gran voce dal cielo, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; e essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio».

LA FESTA DELL'OTTAVO GIORNO

Cosa rappresenta la Festa dell’Ottavo Giorno di Levitico 23:33-44?

Neemia 8:18 «Esdra fece la lettura del libro della legge di DIO ogni giorno, dal primo giorno fino all’ultimo giorno. Celebrarono la festa per sette giorni; nell’ottavo giorno ci fu una solenne assemblea, come prescrive la legge».

La Festa dell’Ottavo Giorno prefigura il Giudizio finale davanti al Grande Trono Bianco e l’eliminazione dei  malvagi, del male e della morta dal creato, sarà un giudizio di condanna.

Apocalisse 20:11-15 «Poi vidi un gran trono bianco e colui che vi sedeva sopra, dalla cui presenza fuggirono il cielo e la terra, e non fu più trovato posto per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti davanti a Dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un altro libro, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati in base alle cose scritte nei libri, secondo le loro opere. E il mare restituì i morti che erano in esso, la morte e l’Ades restituirono i morti che erano in loro, ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. Poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco».

Quindi, tiriamo le somme e facciamo un breve riepilogo. Abbiamo visto che la Pasqua è la prima delle Feste di primavera, seguita dai sette giorni della Festa dei Pani Azzimi, nei quali è inserita la Festa delle Primizie, fino alla Pentecoste. Restano da compiersi la Festa delle Trombe, Espiazione, Capanne e l’Ottavo Giorno con il quale si concludono le Feste dell’Eterno e il ciclo religioso. Dopo che il Signore appare nel cielo e porta via dalla terra i salvati al suono dell’ultima tromba, avviene la purificazione o espiazione del male dalla terra e dal creato in generale; poiché Satana e i malvagi spariranno dalla scena. La Festa dei Tabernacoli rappresenta il millennio nel cielo, e quando i mille anni saranno finiti, il Tabernacolo ridiscende sulla terra e sarà situato a Gerusalemme, che sarà il centro del mondo futuro. L’ultimo grande giorno della Festa, l’Ottavo Giorno, rappresenta ciò che accadrà alla fine del Millennio, ossia l’ultimo giudizio dei non salvati davanti al “Grande Trono Bianco” e la loro eliminazione dalla terra. Finito quest’evento, Dio ricrea la nuova terra, e i salvati che sono nel Tabernacolo potranno uscire e ripopolare il pianeta. La storia di questa terra finirà e inizierà l’eternità col Signore sulla nuova terra o nuovo Eden.

Salmi 37:9-11 «Poiché i malvagi saranno sterminati, ma coloro che sperano nell’Eterno possederanno la terra. Ancora un po’ e l’empio non sarà più; sì, tu cercherai attentamente il suo posto, e non ci sarà più. Ma i mansueti possederanno la terra e godranno di una grande pace».

Possiamo quindi notare come il ciclo delle sette Feste dell’Eterno, date al popolo ebraico, rivestano un grande significato escatologico per la chiesa di Gesù Cristo. Ogni Festa rivela aspetti essenziali del carattere di Dio e prefigura un aspetto importante della vita e del ministero di Gesù Cristo. Qunque, prepariamoci perché molto presto l’ultima tromba suonerà! Santifichiamo le nostre vite, perché senza la santificazione nessuno potrà entrare nel regno di Dio (Ebrei 12:14).

 

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