7 CONSIGLI BIBLICI
Amare i propri nemici non è facile per nulla, anche perché non è un’inclinazione naturale, ma è quello che Gesù Cristo richiede a tutti coloro che si definiscono suoi seguaci o cristiani.Nel vangelo di Matteo al capitolo 5, troviamo uno dei comandi più difficili da mettere in pratica, e che il Signore vuole che attuiamo nella nostra vita: «amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani?» (Matteo 5: 44-46). In questo studio vedremo almeno sette modi per mostrare amore verso coloro che vogliono mettersi contro di noi.
1- INTRODUZIONE
Gesù ci insegna ad amare tutti indistintamente, inoltre ha sottolineato di amare i nostri nemici. Sicuramente è facile amare chi ci ama, ma altra cosa è amare chi ci crea problemi, contese, dispute e sofferenze. Prima o poi nella vita incontreremo persone che ci ostacoleranno e questo può accadere in ogni ambito: lavorativo, domestico, scolastico, sociale, etc. Troveremo sempre qualcuno a cui non siamo simpatici, magari per invidia, gelosia o semplicemente perché gli diamo fastidio, anche senza un motivo plausibile. Queste persone si sentiranno in “dovere” di maltrattarci, vessarci, perseguitarci, offenderci, sminuirci o deriderci. Sovente può accadere, soprattutto in ambito lavorativo di incontrare persone che pur di arrivare in alto, sono pronte a scavalcare e calpestare senza pietà chiunque si interponga con il loro obiettivo; diffondendo illazioni, calunnie e menzogne sul conto di altri per il loro arrivismo. Chi è che non ha mai avuto un concorrente deciso a costruire la sua attività o carriera o altro a discapito dell’altro? Chi è che non ha mai avuto dei vicini di casa o dei parenti poco amorevoli, sempre pronti a criticarci per qualsiasi motivo? Tutti coloro che sono animati da un cattivo spirito, non guarderanno in faccia a nessuno, e sono sempre pronte a distruggere la reputazione degli altri con ogni mezzo, lecito e meno lecito.
Ci sono persone che diventano rivali e nemiche, solo per il fatto che gli altri non sono in accordo o in linea con il loro pensiero. Questo accade soprattutto quando si esprimono opinioni politiche o religiose, che se non trovano consenso o approvazione, sono motivo di diatribe, dispute e guerre infinite. Ma come si può amare chi ci ha fatto del male usando violenza verbale o fisica? Amare queste persone è molto difficile, anzi quello che proviamo nei loro confronti di solito è l’esatto contrario dell’amore, che è l’odio. La nostra naturale inclinazione è quella di provare repulsione e disgusto per i nemici, non vorremo vederli e meno che mai stargli vicino. Inoltre ci sono quelli che alla vista dei loro nemici rispondono per le rime, con animosità, astio e senso di vendetta. Sono molto più propensi a ricambiare con la stessa moneta, inveendo contro di loro, al fine di farli soffrire come loro li hanno fatti soffrire. Poi ci sono quelli che sono meno conflittuali, i quali evitano sia lo scontro fisico che quello verbale, preferendo tagliare i ponti e ogni forma di comunicazione. Queste persone alla vista dei loro nemici, li ignorano totalmente, come non esistessero. Tuttavia, nessuno di questi comportamenti è approvato dal Signore, il quale vuole che amiamo i nostri nemici, e Gesù ci ha lasciato molti esempi. Egli stesso ha amato Giuda fino alla fine, e ha anche perdonato chi lo percuoteva e coloro che lo hanno crocifisso. Luca 23:34 Gesù diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno». L’esempio maggiore di amare il tuo nemico, lo ha dato Dio stesso, mandando Suo Figlio a morire per un mondo che era nemico del Signore e viveva in opposizione al Suo volere. Dio ha dato Suo Figlio, che è morto volontariamente sulla croce per riconciliarci tutti a Sé e salvarci (Giovanni 3:16; 10:11, 17-18). Il Signore ama tutti indistintamente, anche coloro che non lo amano e lo disprezzano. Matteo 5:45 «…poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti». Luca 6:35 «…poiché egli è buono verso gli ingrati e i malvagi».
Romani 5: 6-8 «Infatti, mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi. Difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire; Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi».
Gesù ci ordina di mostrare questo stesso tipo di amore ai nostri nemici. In altre parole “amare i nostri nemici”, non significa necessariamente che queste persone diventino i nostri amici per la pelle con i quali andare in vacanza, a cena o per fare dell’altro in loro compagnia. Significa innanzitutto non provare sentimenti negativi come l’odio, il rancore e senso di vendetta. Amare i nemici vuol anche dire cercare di capire le ragioni che spingono una persona a odiare l’altra, fino a causargli problemi e disagi, soprattutto senza una ragione. Amare i nemici significa, coltivare un’autentica preoccupazione per loro, chiediamoci: come mai si comportano in quel modo? Perché sono infelici e scaricano le loro nevrosi sugli altri? Come cristiani dobbiamo provare compassione e misericordia per queste persone, dobbiamo intervenire e aiutarle, laddove è possibile. Amare il nemico significa anche sopportare e pazientare, senza nutrire il senso di vendetta e meno che mai gioire delle loro disgrazie. Inoltre, dobbiamo pregare per queste persone, affinché possano accadere cose meravigliose nella loro vita.
Amare i nemici non significa che dobbiamo scusare una condotta sbagliata, né che dobbiamo necessariamente avere un rapporto “normale” con loro, se non sono disposti a cambiare. Dobbiamo aspettare tempi migliori, ma nel frattempo dobbiamo essere sempre gentili, cortesi e compassionevoli con queste persone, perché il problema è in loro e non in noi. A volte può capitare che è davvero difficile, se non impossibile riversare su di loro l’amore di Gesù. Dobbiamo chiedere al Signore un Suo intervento, che ci arriverà grazie alla potenza dello Spirito Santo in noi, e solo così potremo amare chi ci odia. Inoltre, chiediamo al Signore di “aprire i nostri occhi” per vedere la situazione per come è realmente, senza pregiudizi personali. Dio farà questo per noi. Infine, dobbiamo riflettere sui modi in cui possiamo mostrare amore ai nostri nemici. Quando sappiamo esattamente cosa dobbiamo fare, diventa molto più facile amare i nostri nemici come indicato da Gesù. Ecco sette punti pratici, basati su precetti biblici, che tutti noi dovremmo seguire…
2 - PREGARE PER I NEMICI
Il comando di Matteo 5:44 di amare i nostri nemici è seguito dall’istruzione di benedire e pregare per loro, perché il problema è in loro e solo un intervento soprannaturale del Signore può aiutarli a sradicare il male che alberga nei loro cuori e menti. Gesù ci invita a passare oltre e a non soffermarci sul male che ci è stato fatto; inoltre, ci esorta a desiderare veramente il bene per coloro che ci hanno maltrattato. Pregare per i nostri nemici, serve ad allontanare da queste persone i demoni, che potrebbero essere la vera causa dei loro comportamenti negativi verso il prossimo. La preghiera serve affinché il Signore possa intervenire e cambiare le circostanze intorno a loro, ma anche a cambiare il loro cuore, convincendoli di peccato. Quando benediciamo i nostri nemici attraverso la preghiera, stiamo intercedendo per loro, cercando l’intervento benefico di Dio per le loro vite.
1Timoteo 2:1 «Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini».
La preghiera serve a spezzare le catene del maligno e ad allontanare il loro vero nemico che è Satana, solo così potranno sperimentare la vera pace. Ma come si sperimenta la pace? Nel riconoscere l’errore e il male che causano con il loro comportamento. Se queste persone si ravvedono, pentono e confessano il peccato, otterranno perdono da Dio e anche dagli uomini. Perché solo chi vive mettendo in pratica i principi biblici può sperimentare una pace che è incommensurabile e le benedizioni che scendono dall’alto. Inoltre, chiediamo a Dio di mostrarci quali sono le vere motivazioni che spingono una persona a volerci male e per quanto è possibile facciamo del bene a queste persone. Cerchiamo di sviluppare la tolleranza e il dialogo, magari con un invito a cena o solo per un caffè, questo potrebbe aiutare nel processo di riconciliazione. Fare anche dei piccoli regali, gesti amorevoli o condividere qualcosa può aiutare nel processo di riappacificazione. Romani 12:17-21 «Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini. Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio; poiché sta scritto: “A me la vendetta; io darò la retribuzione”, dice il Signore. Anzi, “se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo”. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene». Infine, la preghiera di intercessione non serve solo per le persone per le quali preghiamo, ma serve anche a noi. Perché migliora anche il nostro atteggiamento nei loro confronti. È difficile nutrire cattivi sentimenti verso gli altri quando si prega regolarmente per loro.
3 - ESSERE GENTILI E COMPASSIONEVOLI
Come possiamo essere gentili con chi ci fa del male e causa problemi? Per prima cosa cerchiamo di non vedere nell’altro il nemico, ma andiamo oltre, cercando di capire cosa spinge una persona a comportarsi male nei nostri confronti. Scegliamo di sostituire la rabbia e il risentimento che potremmo nutrire nei confronti del nostro avversario, con atti di gentilezza, perdono, tolleranza e bontà. Essere gentili, cortesi e cordiali non significa che permettiamo agli altri di usarci come uno zerbino, poiché è sempre utile fissare dei sani limiti. Detto questo, dobbiamo capire come approcciarci con queste persone. Una buona abitudine è quella di salutarli in modo amichevole e con un bel sorriso stampato sul volto, possibilmente cercando di stringergli la mano. Il contatto fisico, come una pacca sulla spalla o un abbraccio, può cambiare radicalmente una persona. L’amore e il calore umano che trasferiamo da noi all’altro, può scongelare il cuore freddo dell’avversario e spingerlo a cambiare il suo atteggiamento ostile, irriverente e scontroso in uno cordiale e amichevole. Trattare un nemico con gentilezza serve a stemperare il clima teso che si può creare in certi contesti, soprattutto quelli lavorativi; affinché l’ostilità e le barriere che vengono issate cadano giù, portano l’altro al cambiamento. Se la persona lo consente, fate due chiacchiere, ma anche qualche domanda del tipo: Come stai? Interessatevi seriamente alla sua salute e alla sua vita in generale – piuttosto che evitarlo o ignorarlo di proposito. La compassione è simile alla gentilezza in quanto implica provare empatia e desiderio di aiutare l’altro seriamente. Inoltre, se il dialogo lo consente fate anche degli apprezzamenti, osservate delle qualità positive e fategli dei complimenti sinceri. Cercate di offrire il vostro sostegno, dite al vostro nemico: posso fare qualcosa per te?
Proverbi 25:21: «Se il tuo nemico ha fame, dagli pane da mangiare, e se ha sete, dagli acqua da bere».
Trattare i nostri nemici con gentilezza dimostra che abbiamo a cuore i loro interessi e questo spezza il ciclo di ostilità che alimenta solo altro male. Usate sempre e comunque la Regola d’oro. Gesù disse: «Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa è la legge ed i profeti» (Matteo 7:12).
4 - PERDONARE
Un altro aspetto essenziale dell’amare i nostri nemici è perdonarli per ciò che vi hanno fatto. Gesù è l’esempio per eccellenza, Egli è il perdono fatto persona; poiché è stato schiaffeggiato, tradito e perseguitato e, ogni volta, ha scelto il perdono. Anche quando i romani lo stavano crocifiggendo, Gesù disse in Luca 23:34: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Dio ci ha perdonato molto e anche noi dovremmo perdonare gli altri; inoltre, se non perdoniamo neanche noi saremo perdonati. Matteo 6:14 «Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Durante tutto il Suo ministero, Gesù ha sottolineato l’importanza del perdono. In Matteo 18, Pietro chiede a Gesù: «Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?». (v. 21). Gesù rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette» (v. 22). In sostanza, Gesù stava dicendo che dovremmo continuare a perdonare sempre, senza stancarci o spazientirci.
Luca 17:3-4 «State attenti a voi stessi! Se tuo fratello pecca contro di te, riprendilo; e se si pente, perdonagli. E se anche peccasse sette volte al giorno contro di te, e sette volte al giorno ritorna a te, dicendo: “Mi pento”, perdonagli».
Il Signore, in questo testo non ci sta dicendo che dobbiamo subire passivamente le offese o i torti, ma per quanto è possibile, oltre a perdonare, dobbiamo dialogare e chiarire con la persona che ci ha causato il problema. Il confronto e la riprensione cristiana servono a fare chiarezza per potersi riappacificare. Se sei stato offeso, devi prima di tutto perdonare nel tuo cuore colui che ti ha arrecato l’offesa (Efesini 4:32), e questo farà del bene principalmente a te; perché ti liberi dei cattivi sentimenti e pensieri, come il risentimento, rancore e l’astio. Una volta fatto questo, ti devi recare da colui che ha commesso l’offesa e riprenderlo, cercando di fargli capire dove ha sbagliato. Se la persona capisce e si ravvede chiedendo scusa, deve essere perdonata. Lo scopo della riprensione non è la vendetta da parte di chi ha subito il torto, né l’umiliazione per colui che ha offeso, bensì la riconciliazione tra le parti e con il Signore. Ovviamente non possiamo giudicare se il ravvedimento di colui che ci ha arrecato l’offesa o il problema è sincero: possiamo soltanto credere alle sue parole di pentimento. Nella vita tutti noi veniamo meno nel nostro rapporto con Dio, ma il Signore è sempre pronto a perdonarci, previa confessione; facciamo la stessa cosa anche noi con il nostro prossimo. 1 Giovanni 1:9 «se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità». Perdonare significa innanzitutto lasciare andare l’amarezza o il risentimento verso chi ci ha fatto un torto. Sebbene non ci piaccia ciò che ci hanno fatto o non approviamo le loro azioni sbagliate, non dobbiamo nutrire cattivi sentimenti nei loro confronti e meno che mai augurare loro del male. Questo non significa necessariamente che saremo in grado di riconciliarci con loro; anche perché se non mostrano un reale pentimento per ciò che hanno fatto, non ci sono i presupposti per una relazione costruttiva. Comunque i casi, sia che le persone mostrino un ravvedimento e cambiamento della loro condotta o che non mostrino nulla, noi dobbiamo controllare i nostri atteggiamenti nei loro confronti, ma in particolare dobbiamo liberarci dall’amarezza, dalla rabbia, dall’ira e dalla malizia, dal senso di vendetta e altro. Efesini 4:31,32 «Sia rimossa da voi ogni amarezza, ira, cruccio, tumulto e maldicenza con ogni malizia. Siate invece benigni e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda, come anche Dio vi ha perdonato in Cristo».
5 - PARLATE BENE: BENEDITE!
Non dobbiamo mai parlare male dei nostri avversari, soprattutto in presenza di persone dalle orecchie indiscrete, le quali sono sempre pronte a spargere il pettegolezzo con aggiunta di altri “condimenti” gratuiti e inopportuni. Ricordatevi sempre che tutto ciò che diciamo degli altri, soprattutto alle loro spalle, oltre a fare maldicenza, si ritorce contro di chi spettegola. 1Pietro 2:1 «Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, dell’ipocrisia, delle invidie e di ogni maldicenza». La Bibbia ci consiglia di eliminare dalla nostra vita le maldicenze, il pettegolezzo, le invidie, gelosie e ogni cosa che non è buona e serve solo a provocare inimicizie e contese, anzi ci esorta a vivere in pace con tutti. Romani 12:18 «Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini». Inoltre ci consiglia di benedire, ossia di dire bene degli altri.
Luca 6:28 «Benedite coloro che vi maledicono e pregate per coloro che vi maltrattano».
Romani 12:14 «Benedite quelli che vi perseguitano. Benedite e non maledite».
Ma come possiamo benedire e quindi dire bene di coloro che ci causano problemi? Non è facile, ma dobbiamo agire in tal senso, quindi, se durante le nostre frequentazioni o dialoghi che possiamo avere con i nostri nemici, notiamo in loro alcuni aspetti positivi o delle buone qualità, facciamole emergere. Fate loro dei complimenti o apprezzamenti per qualcosa di positivo che avete notato in loro. Questo potrebbe sorprenderli piacevolmente, poiché chi si sente apprezzato o approvato pubblicamente, cambia atteggiamento e comportamento. Gli apprezzamenti o complimenti sinceri servono ad allentare la tensione e ad allontanare le negatività e i pregiudizi. Romani 12:10 «Quanto all’amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all’onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente». Filippesi 2:3 «Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso». Comunque, anche se non ci viene in mente nulla di positivo da dire, dovremmo tenere a freno la lingua, è sempre meglio evitare qualsiasi esternazione offensiva o critica malevola. Viviamo in un’epoca in cui è considerato accettabile e persino terapeutico esprimere pubblicamente le nostre lamentele sugli altri. Ma la Bibbia ci dice di fare il contrario, e che l’amore copre le offese. Proverbi 10:12 «L’odio provoca liti, ma l’amore copre ogni colpa». Proverbi 17:9 «Chi copre gli sbagli si procura amore, ma chi sempre vi torna su, disunisce gli amici migliori». Piuttosto che dire agli altri che qualcuno ci ha fatto un torto, facendo la cronistoria dell’accaduto, dimostriamo amore e soprassediamo, ma soprattutto non diffondiamo informazioni negative. Naturalmente, ci sono casi in cui è opportuno e necessario condividere informazioni negative, come fecero anche gli apostoli a proposito di alcuni individui. Ma questo servì ad arginare il male e circoscrivere il problema, affinché non si diffondesse. Purtroppo ci sono situazioni dove non si può tacere, anzi è necessario parlare. Laddove avvengono crimini, illeciti o abusi, in questi casi è bene denunciare. Ma prima di denunciare e svelare i comportamenti errati di una persona è sempre utile andare prima a parlare con il diretto interessato, e se questi non ammette l’illecito e non confessa l’errore è bene rivolgersi ad altri. Comunque i casi dobbiamo sempre essere cauti in ciò che diciamo e facciamo, cercando di coinvolgere meno persone possibili. Il nostro obiettivo deve essere sempre quello di salvare vittime e carnefice; perché l’amore per i nemici deve essere bilanciato anche con l’amore per gli altri.
6 - CERCARE DI CAPIRE L'AVVERSARIO
Quando c’è la possibilità di dialogare con i nostri avversari, dobbiamo essere sempre disposti ad ascoltarli pazientemente e ad accettare tutte le loro critiche e lamentele nei nostri confronti, anche se lo fanno in modo sgarbato. Potremmo restare stupiti da quello che ci diranno, perché potrebbero venir fuori aspetti sulla nostra persona che neanche noi conoscevamo. Ad esempio potremmo compiere azioni o gesti errati che urtano la sensibilità altrui, che ovviamente compiamo in modo inconsapevole. Potremo scoprire difetti comportamentali o caratteriali di noi che non sapevamo di avere, e che potrebbero essere la causa dell’inimicizia. Dopo aver verificato che tali accuse sollevate siano vere, dobbiamo mostrare il desiderio e la volontà di porvi rimedio. Ammettere di aver sbagliato e chiedere scusa è la prima cosa da fare per risolvere la situazione; anche perché il Signore ci chiama a risolvere e ad appianare i conflitti nel più breve tempo possibile.
Matteo 5:23-24 «Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all’altare, e va’ prima a riconciliarti con tuo fratello; poi vieni a offrire la tua offerta». Il dialogo non serve solo per farci dire quello che non va in noi e che può essere migliorato, serve soprattutto per capire l’altro. Chiediamoci come mai un certo nostro atteggiamento o certe parole possono urtare e ferire la sensibilità dell’altro, tanto da rendercelo nemico? Cerchiamo di comprendere se il nostro avversario sta attraversando un periodo di difficoltà e quali problemi o prove sta affrontando. Mettete sempre il vostro avversario nella condizione di potersi confidare e aprire, lasciatelo parlare. Ascoltate davvero quello che ha da dirvi, e se si apre e vi confida le sue problematiche avrete ottenuto un grande risultato. E anche se non si apre, potete comunque provare a pensare ad alcune delle difficoltà personali che potrebbe affrontare, oppure se possibile prendete informazioni in modo discreto. Immedesimarsi e mettersi nei panni degli altri può farci comprendere molto della vita altrui, al fine di poterli aiutare concretamente. Per quanto è possibile bisogna cercare di capire il punto di vista dell’avversario su determinate situazioni venutesi a creare e che sono motivo di contesa. Conoscere bene la loro visione è importante ed utile per trovare punti di intesa, e poter appianare le divergenze, invece che alimentare lo scontro.
Filippesi 2:4 «cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri».
Il Signore ci esorta a prendersi cura degli interessi degli altri, soprattutto se sono nemici, perché tutti abbiamo bisogno di amore, di comprensione e di sentirci apprezzati. Ascoltare le storie altrui può essere incredibilmente distensivo, istruttivo e anche edificante, e questo fa sentire la persona amata, ascoltata e compresa. C’è da dire anche che: molto spesso, quelli che sembrano essere i “nostri nemici”, in realtà non stanno cercando di farci del male di proposito, e forse ci stiamo illudendo che ci siano nemici. A volte può accadere di vivere situazioni in cui si ha la sensazione che gli altri siano contro di noi, per poi scoprire che ci siamo suggestionati o che abbiamo male interpretato determinati gesti, parole o azioni. Purtroppo questi malintesi o fraintendimenti possono accadere a causa delle diverse culture di provenienze o estrazioni sociali, ma anche dall’educazione ricevuta, e non che ci sia una reale intenzione nel volerci fare del male. Non dimentichiamo mai l’azione del vero nemico di tutti che è Satana, il quale lavora proprio per confondere e fuorviare le persone, per alimentari dubbi, malintesi, critiche, astio e rancore. Egli è il vero nemico di tutti noi, e molte sono le sue vittime. Ecco un testo che ci deve far riflettere e dovrebbe anche aiutarci a immedesimarci in coloro che si oppongono a noi. 2Timoteo 2:25-26 «Deve istruire con mansuetudine gli oppositori, nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, in modo che, rientrati in se stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà».
7 - NIENTE RITORSIONI O VENDETTE
Anche se i nostri nemici possono aver commesso atti gravi contro di noi, non è comunque né saggio né cristiano vendicarsi o ripagarli con la stessa moneta. Se ci vendichiamo o restituiamo il maltrattamento, non facciamo altro che inasprire il conflitto e peggiorare una già brutta situazione. Inoltre, diventeremmo noi stessi ingiuriosi e nemici di Dio. Romani 12:17-18 dice: «Non rendete ad alcuno male per male… Per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini». La Scrittura ci esorta a rispondere con una “risposta dolce” o gentile, anche difronte ad azioni aggressive, violente o maleducate. Proverbi 15:1 «La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira». Anche in psicologia si insegna che se qualcuno sta alzando il tuono della propria voce, e l’altro lo alza ancora di più, si finirà per fare a gara a chi urla più forte. Se però, si mette in pratica il consiglio biblico di non rispondere alle provocazioni e di parlare con voce pacata, anche se l’altro sta urlando, finirà con il placarsi e parlare con voce normale. Altro consiglio che ci arriva dalle Scritture, sempre inerente al fatto che non dobbiamo farci vendetta, è quello di patire un torto e di passarci sopra, anche se è ingiusto. Ovviamente stiamo parlando di piccoli screzi e scaramucce e non di fatti gravi.
1Corinzi 6:7-8 «Certo è già in ogni modo un vostro difetto che abbiate fra voi dei processi. Perché non patite piuttosto qualche torto? Perché non patite piuttosto qualche danno? Invece siete voi che fate torto e danno; e per giunta a dei fratelli».
La Bibbia ci consiglia di “porgere l’altra guancia” e di non contendere mai e in nessun caso. Matteo 5:39 Ma io vi dico: non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra. Dovremmo essere disposti a sopportare pazientemente e se è il caso meglio subire dei piccoli torti, piuttosto che inasprire un conflitto e alimentare la contesa, anche se i nostri nemici meriterebbero una punizione esemplare. In Luca 6:36, Gesù ci istruisce: «Siate dunque misericordiosi, come anche il Padre vostro è misericordioso». Mostrare misericordia può aiutare a predisporre gli animi ad una resa o comunque a distendere il conflitto, e a volte è il solo mezzo per suscitare un cambiamento negli altri. Tutti questi comportamenti cristiani sono un modo per dimostrare ai nostri nemici che siamo veramente preoccupati per loro e non siamo solo concentrati sul nostro interesse o benessere personale. Questo non significa che chi ha commesso atti malvagi non debba mai essere punito, soprattutto se le azioni sono gravi o da Codice penale. La società odierna ha bisogno di giustizia, per prevenire ulteriori misfatti e per il bene di tutti, compreso quello dei malfattori, ai quali non dovrebbe essere permesso di continuare a comportarsi in modo malvagio, fino al punto di distruggere la vita delle persone e la propria. Tuttavia, non dobbiamo cercare di punirli e di farci giustizia con le nostre mani, poiché Dio, nella sua perfetta saggezza, eseguirà la vendetta a nostro favore, lavorando per il bene finale di tutti. Romani 12:19 «Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore». Infine, Dio non vuole neanche che, proviamo gioia per le cose brutte che possano capitare nella vita dei nostri nemici. Proverbi 24:17-18 «Quando il tuo nemico cade, non ti rallegrare; quando è rovesciato, il tuo cuore non ne gioisca, perché il SIGNORE non lo veda e gli dispiaccia e non distolga l’ira sua da lui».
8 - PAZIENZA E SOPPORTAZIONE
Quando, noi credenti siamo i primi a mettere in pratica quello che Dio ci consiglia nella Sua Parola, solo allora potremmo vedere dei cambiamenti nell’altro. Avere un atteggiamento cristiano e coerente con quello che si professa, può spegnere i fuochi dell’invidia, gelosia e delle contese. Ricordati sempre che i tuoi nemici potrebbero cambiare strada e ravvedersi, e questo avverrà solo se sarai tu a fare i giusti passi verso la riappacificazione. Ovviamente non accadrà da un giorno all’altro, ma se metti in pratica questi sette consigli pratici, potrai vedere in poco tempo dei significativi miglioramenti. Date tempo al tempo, anche perché un aspetto fondamentale dell’amore divino è la pazienza. 1Corinzi 13:4 -7«L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa». Dio lavora con tutti noi secondo i Suoi tempi; poiché Egli sa cosa è meglio per tutti, è sa sempre cosa fare e quando lo deve fare. Il Signore può rivelarsi al tuo nemico e mostrargli i suoi difetti e comportamenti scorretti, che forse neanche lui sapeva di avere, ma nei tempi e nei modi che Lui stabilisce. Inoltre, fino a che questo non accade, dobbiamo “sopportarci gli uni gli altri nell’amore”.
Efesini 4:2 «con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore».
Questo significa sopportare pazientemente i torti, le provocazioni, i fastidi e il dolore senza lamentarsi o perdere la calma. La sopportazione crea spazio per la crescita e la trasformazione, sia per noi stessi che per coloro che ci hanno ferito. Mostrare amore per i nemici apre strade incredibili, potrà sembrare strano, ma può aiutare a far nascere delle vere amicizia dai nostri nemici. Sono innumerevoli i casi di persone che all’inizio si sono scontrate tra loro, ma alla fine hanno imparato ad apprezzarsi e sono diventati amici per la pelle. Ovviamente questo non accade sempre, però noi siamo chiamati ad amare i nostri nemici nel miglior modo possibile. Dobbiamo essere pazienti, amorevoli e perdonare, perché questo è il tipo di persone che Dio vuole che siamo, e questo è l’esempio che Gesù Cristo ci ha lasciato. Inoltre è l’unica via per un’esistenza veramente armoniosa e pacifica.
9 - CONCLUSIONE
Facciamo un breve riepilogo di questi sette punti in modo da fissarli nella nostra mente.
1- Cosa significa amare i nemici…pregare per loro.
La preghiera d’intercessione, oltre a muovere il braccio di Dio in favore del nostro avversario, serve a liberarlo dalle forze avverse o presenze negative che possono opprimerlo. Inoltre, serve anche a noi, perché ci liberiamo dal rancore; anche perché è difficile nutrire cattivi sentimenti verso coloro per i quali si prega abitualmente.
Giacomo 5:16 «… pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti; la preghiera del giusto ha una grande efficacia».
2- Cosa significa amare i nemici…avere pietà e compassione.
La pietà e la compassione ci fanno andare oltre al male ricevuto, perché ci permettono di immedesimarci nell’altro e poter capire cosa prova e perché ha determinati atteggiamenti negativi nei nostri confronti. Il vero cristiano soffre con e per chi soffre.
1Pietro 4:15-16 «Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida, o ladro, o malfattore, o perché si immischia nei fatti altrui; ma se uno soffre come cristiano non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio, portando questo nome».
3- Cosa significa amare i nemici…perdonare.
Quando perdoniamo, i primi a stare bene siamo proprio noi. Perché il perdono ci libera sia dai cattivi pensieri che dai cattivi sentimenti, come l’amarezza, la rabbia, il risentimento, etc.
Matteo 18: 32 -35 «Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?” E il suo signore, adirato, lo diede in mano degli aguzzini fino a quando non avesse pagato tutto quello che gli doveva. Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello».
4- Cosa significa amare i nemici…benedire
Benedire significa dire bene di qualcuno. Se notate nei vostri nemici aspetti positivi o buone qualità, non esitate a fargli dei complimenti o apprezzamenti per qualcosa di positivo che avete visto in loro. Questo atteggiamento spiazza l’avversario, poiché chi si sente apprezzato o approvato pubblicamente, cambia atteggiamento e comportamento.
1Pietro 3:9 «non rendete male per male, od oltraggio per oltraggio, ma, al contrario, benedite; poiché a questo siete stati chiamati affinché ereditiate la benedizione».
5- Cosa significa amare i nemici…capire l’altro.
Non pensiamo mai di avere sempre ragione a prescindere, anche gli altri hanno le loro buone ragioni; pertanto predisponiamoci al dialogo e al confronto: ascoltiamoli pazientemente. Per quanto è possibile dobbiamo cercare di capire il punto di vista dell’avversario su determinate situazioni che si creano e sono motivo di contesa. Il dialogo e il confronto sono molto importanti per trovare punti di intesa, e poter appianare le divergenze, invece che alimentare lo scontro e inasprire gli animi.
Romani 12:16 «… Non aspirate alle cose alte, ma lasciatevi attrarre dalle umili. Non vi stimate saggi da voi stessi».
6- Cosa significa amare i nemici…non vendicarsi
Rivolgiamoci sempre con gentilezza e rispetto verso le persone che ci odiano o ci trattano ingiustamente. Se ci vendichiamo o restituiamo il maltrattamento, non facciamo altro che inasprire il conflitto e peggiorare la situazione. Quando il Signore ci esorta a lasciare il problema nella Sue mani, perché sarà Lui che lo sistemerà. Inoltre, Dio non vuole neanche che, proviamo gioia per le cose brutte che possano capitare nella vita dei nostri nemici.
Proverbi 24:17-18 «Quando il tuo nemico cade, non ti rallegrare; quando è rovesciato, il tuo cuore non ne gioisca, perché il SIGNORE non lo veda e gli dispiaccia e non distolga l’ira sua da lui».
7- Cosa significa amare i nemici…essere paziente
Il consiglio che arriva dalla Bibbia è: “sopportarci gli uni gli altri nell’amore”. Dobbiamo essere pazienti, amorevoli e perdonare, perché questo è il tipo di persone che Dio vuole che siamo, e questo è l’esempio che Gesù Cristo ci ha lasciato. Inoltre, dobbiamo dimostrare di amare i nostri nemici aiutandoli in modo pratico.
Luca 6:35 «Ma amate i vostri nemici, fate del bene, prestate senza sperarne nulla e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; poiché egli è buono verso gli ingrati e i malvagi».
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