1- QUAL È QUESTO PECCATO ?

 

La Bibbia dice che c’è un peccato per il quale non è previsto il perdono di Dio.

Ebrei 10:26-31 «Infatti, se noi pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati,  ma soltanto una spaventosa attesa di giudizio e un ardore di fuoco che divorerà gli avversari. Chiunque trasgredisce la legge di Mosè muore senza misericordia sulla parola di due o tre testimoni.  Quale peggiore castigo pensate voi merita colui che ha calpestato il Figlio di Dio e ha considerato profano il sangue del patto col quale è stato santificato, e ha oltraggiato lo Spirito della grazia? …. È cosa spaventevole cadere nelle mani del Dio vivente».

Matteo 12:31 «Perciò io vi dico: ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata».

Ci sono persone che pur avendo sperimentato una vera conversione e camminato con il Signore per alcuni anni o decenni, frequentando anche la chiesa, decidono a un certo punto della loro vita di abbandonare tutto e tornare a vivere la vecchia vita che avevano nel mondo, prima di conoscere l’Evangelo. Nella Bibbia troviamo esempi simili, vediamone alcuni. Giuda è stato con Gesù per tre anni, ha ascoltato le Sue parole e camminato con Lui, ha anche fatto dei miracoli insieme agli altri apostoli, ma di fatto non ha mai sperimentato una vera conversione. Infatti, alla fine ha apostatato e tradito Gesù per denaro. Anche l’apostolo Paolo menziona varie persone che appartenevano alla chiesa e poi l’hanno abbandonata. L’apostolo menziona Alessandro, nella sua prima epistola a Timoteo, e nella seconda cita Imeneo e Fileto, come persone che hanno deviato dalla verità. Nella seconda epistola cita Alessandro il ramaio che gli ha causato molti mali; anche se non sappiamo se è lo stesso Alessandro della prima di Timoteo, era comunque qualcuno che per un certo tempo è stato leader nella chiesa, per poi abbandonarla, ma non solo, si è rivoltato contro il cristianesimo, contro l’Evangelo di Gesù, fino a perseguitare Paolo. L’apostolo  menziona anche Dema nella sua epistola a Timoteo. 2Timoteo 4:10 «perché Dema, avendo amato questo mondo, mi ha lasciato e se n’è andato a Tessalonica». Dema ha collaborato con Paolo per diversi anni, ma ha preferito tornare nel mondo, ha lasciato l’opera di Gesù per ritornare alla sua vecchia vita. Anche l’apostolo Giovanni nelle sue epistole cita i falsi credenti, falsi profeti e dice che sono usciti da noi. 1Giovanni 2:19 «Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri, perché, se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi, ma sono usciti affinché fossero manifestati e si vedesse che non tutti sono dei nostri». Erano membri di chiesa, alcuni di loro furono dei leader o colonne della chiesa, predicarono l’Evangelo per un tempo, forse fecero anche dei miracoli, ma poi hanno abbandonato la chiesa. Queste persone hanno rigettato la fede, hanno abbandonato Cristo e la Sua chiesa e sono andate via.

Ad ogni modo, questi allontanamenti non avvengono dalla sera alla mattina, ci sono diversi motivi perché una persona apostata dalla fede. Alcuni di questi allontanamenti accadono a causa di pseudo conversioni, che solitamente sono avvenute sulla spinta di un onda emotiva, forse per aver ascoltato qualche messaggio o predicazione motivazionale, ma che se non è seguito da un adeguato studio della Bibbia, è una fede che dura poco. Altri si allontanano dalla fede perché si aspettano da Dio qualcosa, che però Dio non gli concede e questo può essere un beneficio materiale, un avanzamento di carriera, un matrimonio da favola con l’uomo o con la donna dei loro sogni, etc.; quando queste aspettative vengono deluse, la pseudo fede svanisce con i sogni non realizzati. Ci sono anche quelli che abbandonano la fede a causa di un trauma, un incidente, una malattia, una depressione, o per la perdita di un parente o di un amico. Solitamente quando Dio non risponde come loro vorrebbero, abbandonano la fede, anche se questa non è vera fede, ma è solo un tornaconto per interessi personali. Poi vi sono quelli che conoscono un falso Dio, finendo dentro a sette od organizzazioni pseudo cristiane, ma come scoprono di essere stati ingannati, finiscono per non credere più a niente e a nessuno. Infine vi sono quelli che abbandonano la fede per non essere riusciti a liberarsi dalle trappole di Satana come il fumo, l’alcol, il sesso, la pornografia, l’azzardo e i soldi facili, etc.; e questo perché hanno lasciato entrare l’incredulità nel loro cuore, oltre al demone che li controlla in queste aree.  La lettera agli Ebrei è stata scritta con l’obiettivo di impedire che questo accadesse con i giudei che si erano convertiti al cristianesimo, ma che stavano ritornando nel giudaismo, anche a causa delle persecuzioni e tribolazioni che i cristiani dell’epoca erano costretti a subire.

L’autore dell’epistola agli Ebrei usa diversi argomenti per dissuaderli, affinché non perdano  la fede. Spiegando loro la superiorità del cristianesimo con il nuovo patto, rispetto all’antica alleanza che era sono un’ombra di realtà superiori. Ebrei 10: 1-10 «La legge infatti, avendo solo l’ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non può mai rendere perfetti quelli che si accostano a Dio con gli stessi sacrifici che vengono offerti continuamente, anno dopo anno. Altrimenti si sarebbe cessato di offrirli, perché gli adoratori, una volta purificati, non avrebbero avuto più alcuna coscienza dei peccati. In quei sacrifici invece si rinnova ogni anno il ricordo dei peccati,  poiché è impossibile che il sangue di tori e di capri tolga i peccati. Perciò, entrando nel mondo, egli dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo;  tu non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora io ho detto: “Ecco, io vengo; nel rotolo del libro è scritto di me; io vengo per fare, o Dio, la tua volontà”». Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrificio né offerta né olocausti né sacrifici per il peccato, che sono offerti secondo la legge», egli aggiunge: «Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà». Egli toglie il primo, per stabilire il secondo. Per mezzo di questa volontà, noi siamo santificati mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre».

2 - LE TRE ESORTAZIONI DI EBREI 10: 22-25

 

Nei versetti che vanno dal 19 al 25, abbiamo tre esortazioni importanti, valide anche per noi. La prima, è che dobbiamo avvicinarci a Dio con cuore sincero e una mente rigenerata dallo Spirito Santo.

Ebrei 10: 22 «accostiamoci con cuore sincero, in piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi per purificarli da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura».

Andiamo alla presenza di Dio con cuore sincero, e non come faceva il popolo d’Israele, che si avvicinava a Dio con la bocca e lo onorava con le labbra, ma il loro cuore era spesso lontano da Lui. Dobbiamo avvicinarci al Signore non per paura, né per obbligo alcuno, ma per avere una relazione di amore puro e sincero. Quando confessiamo al Signore i nostri peccati, liberiamo la mente e la coscienza dai sensi di colpa, dalle paure e da ogni peso che causa turbamento. Se riponiamo in Cristo la nostra fiducia, ci appropriamo del valore del Suo sangue; poiché simbolicamente aspergiamo il nostro cuore con quel sangue, allo stesso modo in cui gli Israeliti aspersero le loro porte con il sangue dell’agnello pasquale. Il sangue di Cristo ci purifica e libera dal peccato, veniamo rigenerati nella mente e nello spirito, e questo porta le persone a farsi battezzare per entrare a far parte della chiesa. La seconda esortazione è che dobbiamo restare fermi nella fede, senza farsi trascinare dalle circostanze o da problemi vari. Sapendo che Dio è fedele nelle sue promesse e che interverrà sempre a beneficio di chi crede in Lui. Ebrei 10: 23 «Riteniamo ferma la confessione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha fatto le promesse». Niente ci deve distogliere dalla relazione che abbiamo con Cristo, quale nostra unica e sola  speranza di vita eterna. A quanti erano tentati di rinunciare alle benedizioni presenti e future del cristianesimo per tornare nel giudaismo, l’autore di questa epistola gli rammenta che fedele è Colui che ha fatto le promesse. Le Sue promesse non possono venire meno; chi confida in Lui non sarà deluso, né in questa vita né in quella futura. Poiché il Salvatore verrà, come ha promesso, e il suo popolo sarà con Lui per sempre nella nuova terra. 

L’ultima esortazione si trova in Ebrei 10: 24,25 «E consideriamo gli uni gli altri, per incitarci ad amore e a buone opere, non abbandonando il radunarsi assieme di noi come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortandoci a vicenda, tanto più che vedete approssimarsi il giorno». L’autore esorta tutti i credenti a incontrarsi ogni sabato per il culto di adorazione, ma non solo per il culto sabatico comunitario, ma anche in settimana. Questi incontri possono avvenire nelle case, in chiesa o nei piccoli gruppi locali, per avere momenti di studio, meditazione e preghiera. Nell’adorazione e nel servizio comune, troveremo forza, consolazione, nutrimento, gioia e la potenza dello Spirito Santo sul credente. Il versetto può altresì essere inteso come un incoraggiamento speciale per quei cristiani che si isolavano e non frequentavano la chiesa a causa delle persecuzioni. Questo pericolo esiste anche oggi, ci sono persone che tendono ad isolarsi per evitare alcuni fratelli, il biasimo, le critiche, preferiscono essere discepoli nascosti. Ma questo è un meccanismo diabolico, perché solo Satana separa e isola le persone, mentre Gesù ha sempre parlato di unità della chiesa e lavoro di squadra. Questo versetto è un monito contro l’isolamento e contro l’apostasia. Abbandonare l’assemblea locale significa voltare le spalle al cristianesimo, all’opera che i cristiani devono svolgere nel mondo. I credenti sono tenuti a esortarsi e spronarsi a vicenda, soprattutto in vista dell’imminente ritorno di Cristo. Quando Egli tornerà, i credenti perseguitati e disprezzati saranno dalla parte dei vincitori, perché saranno con il Signore. Questi versetti ci dicono quanto è importante restare uniti all’interno della chiesa, per ricevere e dare il giusto nutrimento spirituale, nell’esortarsi e aiutarsi a vicenda e per compiere l’opera che Dio ci ha affidato. Ma anche quanto è importante restare uniti all’esterno della chiesa, come fratelli che si ritrovano per stare insieme e passare del tempo in allegria, o per aiutare a risolvere qualsiasi problema che si presenta nella vita di ogni singolo fratello. Il pericolo di cadere in apostasia e lasciare la chiesa, proprio ora che Gesù ritorna come giudice, significa perdere la salvezza o vita eterna. Ebrei 10:31 «È spaventoso cadere nelle mani del Dio vivente».

3 - CONCLUSIONE

 

Il capitolo 10 della lettera agli Ebrei ci mostra la gravità del peccato dell’apostasia. Ebrei 10: 26-27 «Infatti, se noi pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma soltanto una spaventosa attesa di giudizio e un ardore di fuoco che divorerà gli avversari». Dio non  può perdonare chi rifiuta o rinnega la salvezza eterna, che è il sacrificio di Cristo sulla croce.  Anche perché, se ritorniamo nel mondo e torniamo a vivere una vita di peccato, dopo aver ricevuto la verità, non resta che uno spaventoso giudizio di Dio, che avverrà con la distruzione eterna della persona nel fuoco. Facciamo una doverosa precisazione, in questi versetti Dio non condanna coloro che commettono peccati per sbaglio o anche volutamente, nonostante siano credenti; perché questi cristiani si pentono e chiedono perdono. Questi testi si riferiscono a peccati che le persone commettono, volutamente e deliberatamente, senza mai pentirsi. Il peccato volontario porta le persone ad allontanarsi sempre più dalla vera fede e dalla comunione con il Signore; anche perché la parola “peccato” vuol dire separazione: mi separo da Dio e vivo a modo mio, indipendentemente dalla Sua volontà. Questi testi non parlano di peccati occasionali, ma di peccati abituali, ossia queste persone non permettono allo Spirito Santo di convincerli di errore, né di cambiare le loro cattive abitudini per essere trasformati ad immagine e somiglianza di Cristo; inoltre, senza la santificazione non c’è salvezza.

Ebrei 12:14 «Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore».

Pur conoscendo la verità e la Bibbia, e avendo anche accettato Gesù Cristo, come loro personale Salvatore, non hanno però accettato la santificazione, che è la trasformazione del carattere e l’abbandono delle cattive abitudini, per queste persone non resta che un terribile giudizio. Qui l’apostasia è definita come un peccare volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, esattamente come Giuda. Il quale ha udito il vangelo, ha conosciuto la via della salvezza e ha perfino finto di riceverla; ma poi l’ha deliberatamente ripudiata. Per un simile individuo non rimane più alcun sacrificio per i peccati. Costui ha fermamente e definitivamente rigettato il sacrificio che Cristo ha compiuto una volta per sempre. Dio non può più fare niente per Lui, non c’è altra possibilità di salvezza, resta solo il giudizio finale. Questo è ciò che l’autore intende con peccato volontario e imperdonabile. Tutti coloro che si incamminano nell’apostasia è impossibile ricondurli al ravvedimento. Il loro destino è il lago di fuoco che inghiottirà tutti i ribelli; poiché Dio considera gli apostati come dei ribelli e degli infedeli. 2 Timoteo 2:13 «se lo rinnegheremo anch’egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso». Isaia 1:28 «ma i ribelli e i peccatori andranno in rovina assieme, e quelli che abbandonano il SIGNORE saranno distrutti». Dio non ascolta neanche le preghiere di coloro che trasgrediscono volutamente la Sua legge. Proverbi 28:9 «Se uno volge altrove gli orecchi per non udire la legge, la sua stessa preghiera è un abominio». Questo è quello che accade a coloro che apostatano dalla verità o rinnegano Cristo e la Sua legge. 

Il testo di Ebrei 10 era rivolto principalmente al popolo ebraico e dice che: se un giudeo che ha creduto in Gesù Cristo e nel Suo sacrificio, ed è stato anche battezzato, abbandona e torna alla sua antica religione giudaica, rende nullo il sacrificio di Gesù sulla croce. Anche perché i sacrifici di animali non hanno più valore e non possono togliere i peccati; quindi, torna ad essere un perduto che ha rigettato la grazia di Cristo. Questa persona porterà i suoi peccati nella tomba, in attesa di un giudizio di condanna. Ebrei 10: 27 «ma soltanto una spaventosa attesa di giudizio e un ardore di fuoco che divorerà gli avversari». Chiunque rigetta il sacrificio espiatorio di Gesù Cristo, morirà nel suo peccato, perché  l’ira di Dio rimane su di lui, subirà un terribile giudizio di Dio, poiché sarà gettato nel fuoco. Apocalisse 20:15 «E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco». La morte di Gesù Cristo in croce serviva a liberare le persone da questa terribile condanna.  Gesù si è caricato sulle Sue spalle l’ira di Dio che spettava a noi, ha patito Lui il castigo che era nostro. Gesù si è sostituito a noi e ha preso su di Sé la condanna eterna che spettava a noi. Chiunque rifiuta il sacrificio di Gesù e la vita eterna che Lui ci offre, non gli resta che il giudizio di condanna e la morte eterna. Ebrei 10 ci esorta a non rigettare la salvezza eterna, perché Gesù è alle porte, perseveriamo nella fede e in Colui che è fedele e non mente.

Ebrei 10: 35- 39 «Non gettate via dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete infatti bisogno di perseveranza affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso. “Ancora un brevissimo tempo, e colui che deve venire verrà e non tarderà. E il giusto vivrà per fede; ma se si tira indietro l’anima mia non lo gradisce”. Ma noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che credono per la salvezza dell’anima».

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