Tutte le Bibbie sono suddivise in due parti, di ampiezza differente. La prima, che è quella più estesa, è detta Antico Testamento; la seconda Nuovo Testamento. Dove il termine “Testamento” non va inteso come le ultime volontà di una persona. La parola Testamento o per meglio dire patto, deriva dall’ebraico «bĕrīt», che significa principalmente un patto, un accordo o un’alleanza, tra Dio e il suo popolo, il quale si impegno ad osservare la Sua legge. Dio e l’uomo s’impegnano e affermano di appartenersi reciprocamente. L’antica alleanza o patto riguardava soprattutto il rapporto che Dio stabilì con un popolo, Israele e che avrebbe dovuto estendersi a tutti i popoli. Mentre la nuova alleanza è lo stesso rapporto, ma esteso a tutti i popoli grazie a Gesù Cristo. Si può quindi dire che è un’unica alleanza, che è stata resa nuova in Gesù Cristo. Come diceva Agostino di Ippona: Novum in vetere latet, Vetus in novo patet, ossia: il Nuovo è nascosto nell’Antico e l’Antico è rivelato nel Nuovo.
1- I LIBRI DELL'ANTICO TESTAMENTO E LORO SUDDIVISIONE
Il termine “canone” (gr. kanōn) indica una “regola” di valutazione o misurazione. Il canone veterotestamentario è quella raccolta di libri ispirati e normativi. l libri della Bibbia, non erano libri con le pagine, come noi li conosciamo oggi. Fino ai tempi di Gesù, il libro era un rotolo, un foglio di seta, di papiro o di pergamena che venivano cuciti o incollate fino a formare una striscia lunga, la quale veniva arrotolata intorno a un cilindro (vedi foto). La conferma di questo ci arriva dal profeta Ezechiele, al quale gli viene ordinato di mangiare il rotolo che è il libro stesso.
Ezechiele 2:9 «Io guardai, ed ecco una mano tesa verso di me; ed ecco in essa vi era il rotolo di un libro».
Ezechiele 3:1 «Quindi mi disse: «Figlio d’uomo, mangia ciò che tu trovi; mangia questo rotolo, poi va’ e parla alla casa d’Israele».
Gli studiosi biblici ortodossi orientali, cattolici romani e protestanti concordano tutti sul canone neotestamentario composto da 27 libri, però per quanto riguarda l’Antico Testamento, la situazione è un po’ più complessa, perché solo i protestanti ed ebrei concordano sulla compiutezza del canone in 39 libri. Gli ortodossi orientali e i cattolici romani includono altri 7 libri che vengono definiti “deuterocanonici”, ma di questo ne parleremo più avanti.
L’Antico Testamento è la rivelazione scritta che Dio ha dato di Sé stesso prima di Cristo, mentre il Nuovo Testamento è la rivelazione scritta che Dio ha dato di Sé stesso dopo di Cristo. La parola Testamento o Patto indica alleanza di Dio con il suo popolo. Per molti credenti l’Antico Testamento è decaduto completamente ed è stato rimpiazzato dal Nuovo, ma questo è un concetto assolutamente errato. L’apostolo Paolo quando scrive a Timoteo gli dice che: «che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona» (2 Timoteo 3:15-15). È evidente che si riferisce all’Antico Testamento, poiché il Nuovo non era ancora stato completato. Nell’Antico Testamento incontriamo la salvezza, il vangelo, la grazia, la legge, ed è per questo che è importante conoscerlo. Se non comprendiamo come il peccato è entrato nel mondo, non possiamo neanche comprendere il rimedio al problema, che troviamo profetizzato in Genesi 3:15, con la prima promessa messianica. Entrambi i Testamenti ci mostrano la storia della salvezza, nei quali vengono registrati o annotati tutti gli atti di Dio nel realizzare il Suo piano di redenzione. In tutta la Bibbia possiamo notare la realizzazione delle promesse fatte da Dio al Suo popolo. Il Patto o alleanza che Dio fa con il Suo popolo consiste nel prepararli a ricevere la salvezza, tramite leggi e riti che prefiguravano la redenzione in Cristo.
Esodo 24:8 «Mosè prese quindi il sangue, ne asperse il popolo e disse: “Ecco il sangue del patto che l’Eterno ha fatto con voi secondo tutte queste parole”».
Il sangue di questo patto ratificava il patto stesso, dove le parti si impegnavano reciprocamente: il popolo si impegnava ad obbedire alla legge di Dio e il Signore provvedeva per loro benessere fisico e spirituale. L’autore della lettera agli Ebrei riprendendo le parole di Geremia 31:31;33-35, dice: «Questo dunque sarà il patto che farò con la casa d’Israele dopo quei giorni, dice il Signore, io porrò le mie leggi nella loro mente e le scriverò nei loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. E nessuno istruirà più il suo prossimo e nessuno il proprio fratello, dicendo: “Conosci il Signore!”. Poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro, perché io avrò misericordia delle loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati e dei loro misfatti. Dicendo “un nuovo patto”, egli ha reso antico il primo; or quello che diventa antico ed invecchia, è vicino ad essere annullato» (Ebrei 8: 10-13).
Gesù Cristo è Colui che viene a stabilire il Nuovo Patto con il Suo popolo. Luca 22:20 «Così pure, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è sparso per voi». Ma in cosa consiste il Nuovo Patto? Nella salvezza per grazia o sola fede e non per opere, con il Nuovo Patto non servono più i riti cerimoniali della legge mosaica, che erano solo ombra di realtà maggiori. Ebrei 10:1 «La legge, infatti, possiede solo un’ombra dei beni futuri, non la realtà stessa delle cose. Perciò con quei sacrifici, che sono offerti continuamente, anno dopo anno, essa non può rendere perfetti coloro che si avvicinano a Dio». Gesù è la transazione dall’Antico Patto, che annunciava la venuta del Messia e il Nuovo Patto che ci mostra il compimento della profezia e ci parla anche del Suo ritorno in gloria.
Pertanto possiamo dire che l’Antico Testamento è una collezione di libri sacri sia per i giudei che per i cristiani, nei quali troviamo il piano della redenzione, e l’alleanza di Dio con il Suo popolo. Ora, vediamo di quanti libri si compone l’Antico Testamento e come vengono classificati o suddivisi. Vedremo che nella Tanak (A.T. ebraico) i libri, seppur sono gli stessi, sono classificati in modo differente dalle comuni Bibbie che troviamo in circolazione. Ta – Na – K è l’acronimo di Torah (Pentateuco), Nevi’im (Profeti), Ketuvim (Scritti). Ma quanti sono i libri dell’Antico Patto? Secondo l’intendimento storico della Chiesa cristiana, e le Chiese della riforma o evangeliche, il canone dell’Antico Testamento è composto da 39 libri. Purtroppo, la Chiesa cattolica ha aggiunto altri 7 libri nella loro Bibbia, che vengono definiti deuterocanonici (fuori dal canone), durante il periodo chiamato di Contra-Riforma, al tempo del Consiglio di Trento. Il mondo protestante non riconosce questi libri come ispirati da Dio, ma solo come documento storico.
L’Antico Testamento è stato redatto a partire dal 1400 al 450 a.C. circa. In questo schema qui sotto potete vedere la diversa classificazione dei vari libri.
La prima sessione della Bibbia ebraica, è la Torah o la Legge, che include i 5 libri di Mosè da Genesi a Deuteronomio. A seguire, c’è la seconda sessione dove ci sono i profeti, che vengono suddivisi in profeti anteriori e profeti posteriori. I profeti anteriori sono Giosuè, Giudici, I e II Samuele, I e II Libri dei Re.
I profeti posteriori sono Isaia, Geremia, Ezechiele, e i 12 profeti minori: Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria e Malachia.
La terza sessione sono gli scritti: Salmi, Proverbi, Giobbe, Cantico dei cantici, Ruth, Lamentazioni, Ecclesiaste, Ester, Daniele, Esdra, Neemia e I e II Cronache.
Se gli Ebrei suddividono l’Antico Testamento in tre porzioni, i cristiani lo suddividono in quattro.
Dove la prima parte è uguale per entrambi, la Torah o Pentateuco che sono i primi 5 libri scritti da Mosè, conosciuti anche come la Legge.
Pentateuco: Genesi – Esodo – Levitico – Numeri – Deuteronomio
Libri storici: Giosuè – Giudici – Ruth – 1 e 2 Samuele – 1 e 2 Re – 1 e 2 Cronache – Esdra – Neemia – Ester
Libri Poetici: Giobbe – Salmi – Proverbi – Ecclesiaste – Cantico dei Cantici
Libri profetici: Isaia – Geremia – Lamentazioni – Ezechiele – Daniele
Osea – Gioele – Amos – Abdia – Giona – Michea – Naum – Abacuc – Sofonia – Aggeo – Zaccaria – Malachia
Tutti questi libri furono scritti in ebraico, con alcune eccezioni che furono scritte in aramaico, che troviamo in Daniele, Esdra e Geremia.
Tutto l’Antico Testamento è ispirato da Dio, in esso troviamo moltissimi riferimenti che è Dio che parla al Suo popolo. L’espressione: “così dice il Signore…” ed espressioni simili, che troviamo nell’Antico Testamento, sono oltre 2000; inoltre, ci sono più di 3800 dichiarazioni che è Parola di Dio. Vediamo due esempi solamente, il primo è in Esodo 24:4 «E Mosè scrisse tutte le parole dell’Eterno…»; l’altro è in Salmi 78:1 «Ascolta, popolo mio, il mio insegnamento; porgete orecchio alle parole della mia bocca!
Il Signore parlava per mezzo dei suoi profeti, come si evince in Zaccaria 7:12 «Resero il loro cuore duro come il diamante, per non ascoltare la legge e le parole che il SIGNORE degli eserciti rivolgeva loro per mezzo del suo Spirito, per mezzo dei profeti del passato…». Nessun profeta parla di sua propria volontà, ma è lo Spirito Santo che lo ispira e guida nel comunicare al popolo la volontà di Dio, come ben dice Isaia 59:21 «Quanto a me», dice il SIGNORE, «questo è il patto che io stabilirò con loro: il mio Spirito che riposa su di te e le mie parole che ho messe nella tua bocca non si allontaneranno mai dalla tua bocca, né dalla bocca della tua discendenza, né dalla bocca della discendenza della tua discendenza», dice il SIGNORE, «da ora e per sempre».
2 - IL RUOLO DEL PROTETA
A. Com’è che Dio si rivela agli uomini?
Amos 3:7 «Poiché il Signore, l’Eterno, non fa nulla, senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti».
Dio ha diversi modi per rivelarsi e uno di questi è attraverso i profeti. Il termine profeta vuol dire: porta voce di Dio, colui che parla per conto di Dio. Il profeta è colui che porta un messaggio di avvertimento o di ammonimento da parte di Dio, poiché animato e sospinto dal Suo Spirito. Egli esprime il consiglio o il giudizio di Dio e a volte predice anche il futuro. Il profeta ha il compito di riferire e trasmettere quanto ricevuto da Dio, lasciando al destinatario del messaggio il tempo necessario per riflettere e scegliere cosa fare. La parola che il profeta pronuncia a volte è rivolta a un gruppo di persone (il popolo di Dio o chiesa) a volte alla singola persona, sia nel bene che nel male. Solitamente il profeta è mandato per esortare o riprendere o perché c’è apostasia in corso, ma anche per esortare, annunciare prosperità e benessere sul popolo se questi adempie la volontà di Dio. Inoltre, gli autori della Bibbia sono loro stessi la garanzia della veridicità e l’attendibilità delle Sacre Scritture, visto il compimento di tutte le profezie in essa contenuta.
B. Come possiamo essere sicuri che è Parola di Dio e non di uomini?
2 Pietro 1:21 «Nessuna profezia infatti è mai proceduta da volontà d’uomo, ma i santi uomini di Dio hanno parlato, perché spinti dallo Spirito Santo».
Tutta la Bibbia è ispirata da Dio, non ci sono dettature, è lo Spirito Santo che ha guidato la sua stesura. L’unica parte scritta da Dio direttamente sono i 10 Comandamenti. Il termine greco theopneustos (ispirato) significa letteralmente «soffiato da Dio». Dio «soffia» la sua verità nella mente degli uomini. Queste rivelazioni divine vengono “incarnate” in un linguaggio umano, con tutti i limiti e le imperfezioni umane, pur restando Parola di Dio. Dobbiamo comprendere che è ispirato il pensiero e non le parole, il contenuto e non la forma che il profeta usa. Gli autori attestano tutti che lo Spirito Santo è Colui che comunica con il profeta (Neemia 9:30; Zaccaria 7:12). Davide dice: «Lo spirito del Signore ha parlato per mio mezzo e la sua parola è stata sulle mie labbra» (2 Samuele 23:2). Ezechiele scrive: «Lo Spirito entrò in me», «lo Spirito del Signore cadde su di me», «lo Spirito mi portò in alto» (Ezechiele 2:2,11:5,24). Michea testimonia: «Io sono pieno di forza, dello Spirito del Signore» (Michea 3:8). Paolo dice: «Lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede» (1 Timoteo 4:1). Giovanni dichiara di essere stato «rapito dallo Spirito nel giorno del Signore» (Apocalisse 1:10). Inoltre Gesù ha inviato i suoi discepoli in missione «mediante lo Spirito Santo» (Atti 1:2; Efesini 3:3-5). I profeti sono stati le mani di Dio, ma di fatto il vero autore e redattore delle Scritture è lo Spirito Santo.
C. Cosa è il linguaggio antropomorfo e la rivelazione progressiva?
I profeti e autori della Bibbia hanno scritto secondo quello che è stato loro mostrato (sogno, visione, a tu per tu); nessuna parola contenuta nella Bibbia è stata dettata. Gli autori biblici differiscono per cultura e formazione e la loro opera compiuta in un così lungo periodo di tempo varia nello stile letterario. Alcuni di questi autori erano molto colti, altre persone molto semplici, alcuni erano stati educati per essere re, altri si guadagnavano il pane con il duro lavoro dei campi o degli armenti. È importante sapere che Il Signore ha ispirato i concetti non le singole parole da usare, ogni autore scrive con la conoscenza e la cultura del suo tempo. Dio scende sempre al nostro livello e permette al profeta di scrivere secondo le sue conoscenze e il suo vocabolario; ed è per questo che, quando leggiamo la Bibbia dobbiamo tener conto del linguaggio antropomorfo (far parlare Dio come un uomo) che usano alcuni profeti. L’antropomorfismo è attribuire qualità umane, fisiche, intellettuali, morali alla divinità. Esempio: Dio «gioisce» (Sofonia 3:17), ha «disgusto» (Salmo 95:10), è «geloso» (Esodo 20:5), «si pente» (Genesi 6:6-7), si «vendica» (1 Samuele 24:13), «odia o detesta» (Salmo 5:5) e manifesta la sua «ira» o la sua «collera» (Esodo 34:6; Giobbe 9:13). È evidente che queste sono espressioni antropomorfe che designano gli stati d’animo dell’uomo, della nostra realtà, ma sono attribuiti a Dio per esprimere i suoi sentimenti e rendercelo accessibile, comprensibile, vicino. Nessuna di queste parole però riflette esattamente la vera natura di Dio, ma soltanto un’idea di ciò che il profeta vuole farci comprendere. Dio parla sempre la lingua che l’uomo può capire, pertanto nel A.T. troviamo passi che per noi oggi sono anche difficili da accettare, concetti ed espressioni troppo distanti da noi per una immediata comprensione; è necessario calarsi nella cultura di quelle epoche per poterne afferrare il senso. Inoltre per comprendere appieno il testo sacro è bene non estrapolare mai delle frasi fuori dal suo contesto letterario o storico-culturale, è bene prendere più informazioni possibili anche da fonti extrabibliche. La rivelazione che Dio fa di sé stesso e dei Sui piani è progressiva, non ha rivelato tutto e subito ma gradualmente, a poco a poco, tramite il susseguirsi delle generazioni e di quanto l’uomo può comprendere e assorbire della Sua persona. Gesù stesso ha confermato e spiegato questo più volte, ad esempio: Matteo 5:38-42 «Voi avete udito che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico: non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra; e a chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello…». Giovanni 16:12 «Ho ancora molte cose da dirvi, ma non sono ancora alla vostra portata».
3 - CHI HA SCRITTO L'ANTICO TESTAMENTO, E QUALI FONTI HANNO USATO?
A. Ma chi sono gli autori dell’Antico Testamento?
Su questo argomento i pareri sono discordanti, in questo studio seguiamo la posizione che mette d’accordo la maggior parte degli studiosi. I primi cinque libri vedono in Mosè l’autore e siamo intorno al 1400 a.C., e vedono in Malachia, l’ultimo autore dell’Antico Testamento, scritto circa 400 anni a.C.
Dei 39 libri presenti nell’Antico Testamento, non si hanno tutti gli autori, alcuni libri sono ignoti; ma anche nel Nuovo Testamento si hanno informazioni certe sull’autore della lettera agli Ebrei, anche se molti lo attribuiscono a Paolo.
Comunque, proviamo a elencare i vari autori:
Mosè ha scritto i primi cinque libri della Bibbia e almeno uno dei Salmi (Salmo 90).
Il libro di Giosuè non menziona esplicitamente il proprio autore, però molti commentatori lo attribuiscono a Giosuè.
Il libro dei Giudici, l’autore è ignoto.
Il libro di Ruth, probabilmente Salomone.
Libri di 1 e 2 Samuele, secondo la tradizione ebraica viene attribuito a Samuele stesso, insieme a Natan e Gad.
Libri di 1 e 2 Re, l’autore è ignoto, ma la tradizione ebraica lo attribuisce a Geremia.
I libri di 1 e 2 Cronache e Esdra, sono stati scritti dallo scriba Esdra.
Il libro di Neemia viene attribuito a Esdra.
Il libro di Ester, l’autore è ignoto.
Il libro di Giobbe, l’autore è ignoto.
Il libro dei Salmi ha diversi autori, tra questi troviamo Salomone, Davide, Asaf, i figli di Cora, Etan, Heman, etc.
Il libro dei Proverbi per la maggior parte è stato scritto da Salomone, ma anche da Agur e Lemuel.
Il libro dell’Ecclesiaste e Cantico dei Cantici è stato scritto da Salomone.
Tutti i restanti libri, sono stati scritti dai profeti che portano il proprio nome nell’intestazione del libro, come: Isaia, Geremia, che ha scritto anche Lamentazioni, Ezechiele, Daniele, Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia.
Vi sono alcuni che sostengono che la maggior parte dei libri dell’Antico Testamento sono stati scritti durante e dopo il ritorno dei giudei dalla cattività babilonese, ossia intorno al 600 a.C. Generalmente chi sostiene questa tesi sono gli studiosi liberali, e sono quelli che non credono nella veridicità o storicità della Bibbia, e molto meno nella sua ispirazione. Ovviamente non credono nemmeno negli interventi soprannaturali o miracoli che i testi contengono; inoltre non credono nelle profezie, pensano che i libri che parlano della cattività babilonese e relativo ritorno alla terra promessa, sono stati scritti dopo che queste cose sono accadute. L’Antico Testamento fu certamente scritto da vari autori, considerando il lungo periodo della sua composizione; inoltre, questi autori furono tutti ebrei che vivevano nell’antico Medioriente, e descrivono eventi che accaddero in paesi che oggi noi chiamiamo Israele, Palestina, Egitto, Giordania, Siria, Turchia e Iraq. Gli autori dell’Antico Testamento esercitavano svariate professioni: re, sacerdoti, giudici, profeti, scribi, saggi, pastori di pecore e di bestiame. Negli studi a seguire vedremo in dettaglio ogni singolo libro dell’Antico Testamento, esamineremo gli autori, le circostanze in cui furono scritti, la datazione, i destinatari, il contesto storico, il tema centrale, e altro ancora.
B. Quali furono le fonti usate per scrivere l’Antico Testamento?
Ora andiamo a trattare un altro tema molto importante, che è: ma gli autori hanno usato altre fonti per scrivere l’Antico Testamento? I profeti solitamente ricevevano rivelazione diretta da Dio attraverso sogni, visioni, apparizioni e manifestazioni di Dio udibili e visibili, che chiamiamo “teofanie”. Il termine profeta, vuol dire letteralmente portavoce d Dio, e quando Dio parlava erano tenuti a mettere per iscritto ciò che Dio rivelava loro. La maggior parte degli autori hanno scritto solo sulla rivelazione diretta da parte di Dio, senza appoggiarsi a nessuna fonte esistente. Ma è evidente, da un’analisi di alcuni testi biblici, che alcuni autori dell’Antico Testamento si avvalsero di materiale già esistente, quindi, di altre fonti. Una di queste fonti era la “tradizione orale”, che Dio usò per preservare verità e fatti attraverso lunghi periodi di tempo. Per molti secoli alcune verità vennero trasmesse di bocca in bocca, affinché se ne potesse conservare e preservare il ricordo. Ovviamente, questi ricordi sono stati trasmessi fedelmente sotto la supervisione dello Spirito Santo di Dio. Ma oltre a questa trasmissione orale, troviamo fonti scritte.
Nell’Antico Testamento troviamo citazioni di materiale che già esisteva, per esempio,
in Numeri 21:4, Mosè cita un libro chiamato il “Libro delle Guerre del Signore”, che certamente ha usato per comporre una parte della sua opera.
In 2 Samuele 1: 18, esiste un riferimento al “Libro del Giusto”, anche se non sappiamo di che libro si tratti, ma di certo è servito all’autore per spiegare un concetto.
In 1 Re1 :19, e in varie altri passaggi, esistono riferimenti al “Libro delle cronache dei Re di Israele”. Anche in Neemia 12:23, troviamo riferimenti al “libro delle Cronache”, ma non sembrerebbe essere il libro canonico che ha questo nome.
In 2 Cronache 12:15, viene menzionato: “…sono scritte nelle storie del profeta Semaia e d’Iddo, il veggente, nei registri genealogici”. Quindi, possiamo constatare che esiste un libro delle storie del profeta Semaia e un libro o registro delle genealogie.
Ma ciò che ci interessa sapere, e che è Dio che ha guidato gli autori biblici a usare concetti e verità extrabibliche, da fonti orali o scritte. Se Dio lo ha permesso, dobbiamo accettarle come Parola di Dio, perché è Dio che lo ha voluto. Un esempio simile lo troviamo nel Nuovo Testamento, nella lettera di Giuda, dove si cita un passaggio di un testo apocrifo attribuito a Enoch. Quindi, anche se il libro di Enoch non è ispirato, la porzione che viene inserita nella Bibbia è una verità attendibile.
4 - PERCHÉ IL CANONE DELL'ANTICO TESTAMENTO HA 39 LIBRI?
A. Perché vengono inclusi nel canone solo questi 39 libri e non altri?
Durante l’arco di tempo nel quale è stato scritto l’Antico Testamento, circolavano altri scritti, come già menzionati sopra: libro delle cronache, il libro del Giusto, registri di genealogie e degli atti dei re di Israele e Giuda. C’erano anche alcuni registri o libri, come per esempio, il libro di Semaia e il libro del profeta Iddo. Dopo il ritorno dalla cattività babilonese, sono stati composti altri libri, ad esempio i libri storici di 1 e 2 Maccabei, l’Apocalisse di Enoch, Apocalisse di Abramo, secondo libro di Baruc, e decine di altri libri, raccontando storie fittizie di personaggi biblici o pseudo tali. Molti di questi libri furono scritti dopo il libro di Malachia, durante il “silenzio” di Dio; poiché vi fu un silenzio profetico che durò approssimativamente 430 anni, tra Antico e Nuovo Testamento. In questo contesto storico, lo spirito di profezia si era ritirato dalla nazione e, nessun profeta accreditato scrive più nulla; poiché Dio non rivela nulla che debba essere scritto. Il libro di Malachia chiude il canone dell’Antico Testamento o canone ebraico, e nessuno di questi libri, scritti dopo Malachia avrebbe potuto farne parte.
Alcuni di questi libri, scritti dopo Malachia, sono entrati a far parte delle Bibbie della Chiesa cattolica, e vengono chiamati deuterocanonici (fuori dal canone); i libri in questione sono 7, più due aggiunte a Daniele e Ester. La maggior parte dei libri scritti nel periodo intertestamentario sono chiamati pseudo epigrafici o apocrifi (segreti o nascosti), e non possono essere inclusi nel canone perché ritenuti non autentici e non ispirati da Dio. Il fenomeno della pseudoepigrafia è strettamente legato alla produzione apocrifa del tardo giudaismo e del cristianesimo primitivo. Ma cosa vuol dire pseudoepigrafia? Che un autore sconosciuto tenta di accreditare visioni, profezie e rivelazioni attribuendole ad un personaggio famoso, vedi il Libro di Enoch, Testamento dei dodici patriarchi, Apocalisse di Mosè, III e IV libro di Esdra, Salmi di Salomone, Vangeli di Bartolomeo, di Filippo, di Gamaliele, di Giacomo, di Tommaso, di uno pseudo Matteo, Atti di Paolo, Atti di Pietro, Atti di Andrea, Apocalisse di Pietro, Apocalisse di Paolo, Apocalisse di Esdra.
Nonostante tutta questa varietà letteraria e la grande quantità di libri che c’erano a disposizione nel periodo prima di Cristo, solo 39 libri vennero riconosciuti e usati per comporre il canone delle Sacre Scritture dell’Antico Testamento. Anche se non sappiamo con certezza quale criterio usarono gli ebrei per selezionare questi 39 libri, proviamo a citarne alcuni. Un primo criterio potrebbe essere la scelta linguistica, ossia accettare solo libri scritti in ebraico, visto che molti dei libri apocrifi o pseudoepigrafici furono scritti in greco. Il secondo possibile criterio è quello di accettare profeti riconosciuti. Il terzo criterio è che i libri dovevano essere in accordo con l’insegnamento di Mosè; tra l’altro, il principio di non contraddizione è una caratteristica che si riscontra in tutta la Bibbia. A quanto sappiamo, il metodo per selezionare e catalogare i 39 libri del canone fu, prima di tutto, i libri di Mosè, poi i libri dei profeti e, successivamente gli Scritti (vedi schema sopra). Anche la chiesa cristiana riconobbe l’ispirazione e la canonicità di questi libri, che gli ebrei avevano già riconosciuto molto prima di Cristo, intorno all’anno 150 a.C., visto che già si parlava delle Scritture ebraiche come un insieme completo e chiuso. I libri considerati ispirati vengono chiamati la Legge, i Profeti e gli Scritti, ed è lo stesso Gesù che in Luca 24 fa riferimento a questo schema.
Però, nel Concilio di Trento, che si tenne dall’anno 1545 al 1563, subito dopo la riforma, fu organizzato per combattere e frenare l’avanzata della riforma protestante in tutta Europa. In questo Concilio la chiesa cattolica aggiunse sette libri al canone dell’Antico Testamento, e furono: Tobia, Giuditta, 1 Maccabei, 2 Maccabei, Baruc, Sapienza, Lettera di Geremia (con aggiunte a Ester e Daniele in greco). Questi libri non erano mai stati considerati dagli ebrei, ma neanche dalla chiesa cristiana, come ispirati e canonici, sebbene fossero stati inclusi nella traduzione della Settanta, che è la versione greca dell’Antico Testamento e nella Vulgata Latina, che fu la traduzione fatta da Girolamo, nel secolo IV. Il Concilio di Trento, che era il Concilio della controriforma, voleva fare una differenza tra la Bibbia cattolica e quella protestante, ed è per questa ragione che troviamo questi libri non ispirati nelle Bibbie cattoliche. I protestanti continuarono e continuano con il canone di solo 66 libri: 39 dell’Antico e 27 del Nuovo Testamento.
B. Perché il mondo protestante rifiuta i libri deuterocanonici?
Perché è lo stesso Gesù che definisce il canone biblico ebraico come chiuso. Luca 24:44 «Poi disse loro: «Queste sono le cose che io vi dicevo quando ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi». Come abbiamo già visto gli Ebrei suddividono la Tanak in tre parti, ed è esattamente come Gesù sta dicendo in questo testo: la Legge di Mosè, la Torah o Pentateuco, i profeti sono i Nevi’im, e gli scritti sono i Ketuvim (Salmi).
La Chiesa Cattolica e quella Ortodossa hanno aggiunto 7 libri, durante il Concilio di Trento nel 1546 – 1563. Questi libri coprono un periodo storico che va dal 200 a. C., fino al I secolo dopo Cristo. i libri in questione sono:
Libro di Tobia è databile all’inizio del III secolo a.C.
Libro di Giuditta è databile alla fine del II secolo a.C.
Libro dei Maccabei (1 e 2): Il 1 Maccabei è databile alla fine del II secolo a.C., mentre 2 Maccabei è stato scritto probabilmente nel I secolo a.C.
Libro di Baruc è databile alla fine del II secolo a.C.
Libro della Sapienza è databile al I secolo d.C.
Libro di Siracide o Ecclesiastico è databile al II secolo a.C.
Aggiunte a Ester e Daniele, sono databili in un periodo compreso tra il III secolo a.C. e il I secolo d.C.
Tutti questi libri non sono riconosciuti dal mondo protestante come ispirati da Dio, e persino Gerolamo nel 405 d. C., che fu chiamato a tradurre questi libri, aggiunge una nota e dice che lui non li riconosce come ispirati da Dio. In questi libri troviamo contraddizioni con i testi ispirati, ma anche errori di datazione, ed errori storici, come in Giuditta 1:5 “Ma nell’anno dodicesimo del suo regno, Nabucodonosor re degli Assiri…”, Nabucodonosor non è mai stato re degli Assiri, ma dei Babilonesi.
Altro esempio che contiene errori, lo troviamo in Baruc 6:2 “Entrati dunque in Babilonia, vi resterete per molti anni e per lungo tempo, fino a sette generazioni, in seguito vi ricondurrò via di là in pace”. Dai testi ispirati sappiamo che, gli anni non furono di sette generazioni, ma di 70 anni letterali, come dice Geremia 25:11, e che la storia conferma.
Nel primo libro dei Maccabei si legge che Alessandro divise il suo impero tra i suoi generali mentre era ancora vivo (cap. 1: 7), ciò non corrisponde alla storia; e ancor più non è esatto che Antioco, fu fatto prigioniero dai Romani (1 Maccabei 8: 6, 7).
Nel libro di Tobia, un certo personaggio si presenta all’inizio come un giudeo della tribù di Neftali (cap. 5: 5; 7: 3), poi dice di essere Azaria, figlio di Anania il grande (cap. 5: 13), in fine confessa di essere l’angelo Rafael (cap. 12: 15).
Ma come è possibile accettare queste e altre menzogne con ispirate da Dio?
5 - COSA CI RACCONTA L'ANTICO TESTAMENTO?
Facciamo una sintesi molto stringata degli episodi più salienti, considerando che, per ogni libro della Bibbia faremo uno studio apposito.
Nella prima parte di Genesi, ossia dal capitolo 1 fino all’11 troviamo la storia della creazione, la caduta dell’umanità, il diluvio, fino alla chiamata di Abramo e la discendenza da cui sarebbe venuto il Salvatore. Dal capitolo 12 fino al 50 descrive il periodo dei patriarchi da Abramo fino a Giuseppe, con i suoi 12 figli che saranno i capostipiti delle 12 tribù d’Israele. Il testo prosegue con le 10 piaghe in Egitto, la liberazione del popolo dalla schiavitù egiziana, il passaggio del Mar Rosso, la prima Pasqua, e la consegna della legge, il mancato ingresso nella terra promessa di alcune tribù, che possiamo leggere in Esodo fino a Deuteronomio.
Numeri 26:65 «Poiché l’Eterno aveva detto di loro: «Essi moriranno, moriranno nel deserto!». E di loro non rimase neppure uno, ad eccezione di Caleb, figlio di Jefunneh, e di Giosuè, figlio di Nun».
Inoltre, troviamo tutte le istruzioni sulla costruzione del Tabernacolo, con tutte le indicazioni dei riti giornalieri e annuali, e le festività che il popolo d’Israele era tenuto ad osservare. La storia prosegue con la conquista della terra promessa e relativa spartizione, che è il libro di Giosuè. Di seguito troviamo il periodo dei Giudici, fino all’inizio della monarchia, che è il periodo del regno di Saul, Davide e Salomone, quando il regno era unificato, che troviamo in 1 e 2 Samuele; 1 e 2 Re; 1 e 2 Cronache. Dopo la morte di Salomone (933 a.C.), il regno unito di Israele, sotto il cui dominio erano le tribù israelitiche, si scisse in due: il Regno di Israele nel Nord e il Regno di Giuda nel Sud. Le tensioni tra il Nord e il Sud, erano già presenti prima della morte di Salomone, però si intensificarono sotto il regno di Roboamo, figlio di Salomone, che fu il primo re di Giuda. Le tribù del nord, insoddisfatte delle politiche economiche e amministrative di Roboamo, si ribellarono, portando alla formazione del Regno di Israele, con capitale a Samaria, guidati da Geroboamo 930 a.C. 909 a.C. Nel 722 a.C. il Regno del Nord fu distrutto dagli Assiri e la popolazione deportata. Il Regno del Nord era composto dalla maggior parte delle tribù ebraiche. Il Regno di Giuda o del Sud era composto dalla tribù di Giuda e dalla tribù di Beniamino, oltre che da numerosi membri della tribù di Levi, che non possedevano terra. Ma anche questo Regno venne distrutto nel 586/7 a.C. quando il re babilonese Nabucodonosor conquistò Gerusalemme e deportò gran parte della popolazione ebraica. Le profezie della deportazione le troviamo nei profeti maggiori come Isaia, Ezechiele e Geremia; mentre in Daniele vediamo la vita del popolo in Babilonia.
Per finire abbiamo il ritorno del popolo di Dio nella propria terra e la ricostruzione di Gerusalemme e del Tempio, descritti nei libri di Esdra e Neemia. L’Antico Testamento si conclude con i 12 profeti minori come Zaccaria, che descrive il ritorno del Messia e Malachia, che ci parla dell’Elia profetico che avrebbe preceduto la venuta del Messia. Inoltre, in tutti i libri dell’Antico Testamento, troviamo profezie messianiche esplicite o in forma indiretta.
6 - COME FACCIAMO A SAPERE CHE I 39 LIBRI SONO REALMENTE ISPIRATI DA DIO?
Quando diciamo che l’Antico Testamento è stato ispirato da Dio, stiamo affermando che è lo Spirito Santo che ha guidato gli autori a scrivere tutto quello che Dio aveva pronunciato, senza sbagliare, distorcere o manipolare la volontà di Dio. Anche se, tutta la Bibbia è stata scritta da oltre 40 autori, di fatto l’autore è solo uno, ed è lo Spirito Santo. Possiamo affermare con assoluta certezza che l’Antico Testamento è autentico ed è vera Parola di Dio, anche se a noi sono pervenute solo copie degli scritti originali. Attraverso i secoli Dio ha preservato la Sua Parola, che egli stesso ispirò, in modo che oggi possiamo avere certezza di avere l’autentica Parola di Dio, attraverso i manoscritti e traduzioni che ci sono giunte. La nostra certezza proviene da alcune fonti che ora vediamo.
In primo luogo, il compimento delle profezie mostra la veridicità del testo, ad esempio i Regni o Imperi profetizzati in Daniele 2-7-8, sono prova di attendibilità profetica, poiché tutto è accaduto come profetizzato. Sempre in Daniele, al capitolo 9, troviamo il tempo esatta in cui sarebbe apparso il Messia e la data esatta della Sua morte. Oltre al fatto che ci sono più di 300 profezie messianiche che si riferivano alla persona e all’opera di Cristo: vita, morte, resurrezione, che si sono adempiute tutte alla lettera.
La nascita della chiesa con l’ingresso dei gentili nel popolo di Dio, e molto altro, sono prova di veridicità del testo. Un altro punto che ci dimostra l’ispirazione dell’Antico Testamento e dell’infallibilità nelle sue affermazioni, sta nel fatto che non troviamo errori; poiché la Bibbia è inerrante, e non ci sono contraddizioni al suo interno. In terzo luogo, abbiamo la testimonianza di Gesù Cristo e dei suoi apostoli, che citano sempre l’Antico Testamento come Parola di Dio; per esempio, in Marco 12:36, Gesù disse che “Davide parlò per lo Spirito Santo”, che è un riferimento al Salmo 110:1.
Atti 1:16 «Fratelli, era necessario che si adempisse la profezia della Scrittura pronunciata dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, che fece da guida a quelli che arrestarono Gesù».
Nella seconda lettera che Paolo scrisse a Timoteo, capitolo 3, verso 16, egli disse: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio…”, e a quell’epoca il canone ebraico era già definito, era conosciuto come la Scrittura, ed è per questo che Paolo dice che “tutta la Scrittura è ispirata da Dio”, che vuol letteralmente dire “soffiata dentro” da Dio, pertanto è vera, autorevole e infallibile. In 2 Pietro 1:21, leggiamo: «nessuna profezia venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo». Ma vi è anche la testimonianza dello Spirito Santo nei nostri cuori che produce la certezza che siamo davanti alla Parola del Signore, autorevole, infallibile, inerrante e ispirata. Questa sicurezza che noi abbiamo non proviene da qualche dogma, da convincimenti esterni, né tanto meno da dichiarazione di qualche Concilio di qualche chiesa, ma viene da Dio stesso che parla al nostro spirito e ci persuade che siamo davanti alla Parola di Dio.
1 Corinzi 2: 10- 13 «Dio però le ha rivelate a noi per mezzo del suo Spirito, perché lo Spirito investiga ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi tra gli uomini, infatti, conosce le cose dell’uomo, se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così pure nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio. Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, affinché conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio. Di queste anche parliamo, non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito Santo, esprimendo cose spirituali con parole spirituali».
Altro elemento che ci mostra che Dio ha sempre il controllo di ogni cosa nelle vicende terrene, sono i Suoi interventi soprannaturali, e di miracoli ce ne sono molti anche nelle Scritture ebraiche. Basti pensare al diluvio e all’Arca, le 10 piaghe d’Egitto, il passaggio del Mar Rosso, l’olio della vedova di Sarepta, Giona nel ventre del pesce, la guarigione di Naaman, gli amici di Daniele dentro la fornace e lo stesso Daniele nella fossa dei leoni, etc., sono molti gli interventi di Dio. Questi eventi soprannaturali sono accaduti perché Dio esiste e può ogni cosa. Il problema è che molti non credono in Dio e se riuscissero ad ammettere che esista, di certo non credono che intervenga nelle vicende personali di ognuno di noi. Anche nel Nuovo Testamento possiamo trovare dei riferimenti ai miracoli dell’Antico Testamento, come fatti realmente accaduti. Per esempio, Pietro cita l’arca di Noè e il diluvio nel suo secondo libro e li usa come un’esortazione per i suoi destinatari. Lo stesso Gesù Cristo cita Noè e il suo tempo come qualcosa che si ripeterà nel tempo della fine, che oltretutto stiamo vedendo con i nostri occhi.
Matteo 24:37-39 «Ma come fu ai giorni di Noè, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio, le persone mangiavano, bevevano, si sposavano ed erano date in moglie, fino a quando Noè entrò nell’arca; e non si avvidero di nulla, finché venne il diluvio e li portò via tutti; così sarà pure alla venuta del Figlio dell’uomo».
Inoltre, Gesù cita il profeta Giona e la sua esperienza soprannaturale, come metafora della Sua resurrezione.
Matteo 12:40 «Infatti, come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del grosso pesce, così starà il Figlio dell’uomo tre giorni e tre notti nel cuore della terra».
Anche l’apostolo Paolo cita la creazione di Adamo ed Eva e relativa caduta, come un avvenimento realmente accaduto.
1Timoteo 2:13 «Infatti è stato formato per primo Adamo e poi Eva. E non fu Adamo ad essere sedotto, ma fu la donna che, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione».
Ecco perché è importante affermare che l’Antico Testamento registra fatti, storia, eventi che sono realmente accaduti come veritieri e attendibili. Purtroppo ci sono molti professori di teologia sparsi in giro per le varie scuole di teologia e seminari di diverse denominazioni, che sono liberali, e negano questi episodi, relegandoli a miti o racconti di fantasia. I danni che fanno questi teologi liberali sono enormi, poiché non credono nell’ispirazione della Bibbia, nella sua inerranza, nella sua storicità, e cercano di spiegare i miracoli usando il metodo critico di interpretazione, ma così facendo distruggono completamente la Bibbia, lasciando le chiese prive di concetti importanti e vuote di fede.
7 - QUALI DIFFERENZE CI SONO TRA ANTICO E NUOVO TESTAMENTO?
Quali sono le differenze dell’Antico Testamento rispetto al Nuovo Testamento? Prima di parlare delle differenze, è bene ricordare che c’è comunque una continuità tra i due testamenti, perché è la stessa alleanza, lo stesso patto, ma amministrato in due dispensazioni. L’Antico Testamento è il fondamento per gli insegnamenti e gli eventi che troviamo nel Nuovo Testamento; poiché la Bibbia è una rivelazione progressiva. Senza l’Antico Testamento, non potremmo comprenderemo le usanze giudaiche che sono menzionate nel Nuovo Testamento e non potremmo comprendere la perversione fatta alla legge di Dio per mano dei Farisei che avevano aggiunto ad essa le loro tradizioni.
Nell’Antico Testamento, la salvezza per grazia era ministrata attraverso i sacrifici, che erano simbolo del sacrificio di Cristo. Tutto il santuario e i riti che venivano svolti al suo interno, svelavano il piano della salvezza mediante simboli, tipi, figure e profezie; e tutte queste cose erano prescritte nella legge di Mosè. Nel Nuovo Testamento, la stessa salvezza è rivelata nella persona di Gesù Cristo, e tutto diventa più chiaro e più semplice: chi crede in Lui non muore mai, poiché ha la vita eterna. Con il Nuovo Testamento decade tutto il rituale cerimoniale mosaico, tutti i requisiti dell’Antica Alleanza sono stati adempiuti da Gesù e, pertanto, sono cessati per i cristiani. Per dirla in altre parole… la salvezza nell’Antico Testamento era per fede nel Messia che doveva venire; mentre la salvezza, nel Nuovo Testamento, è per fede nel Messia che è già venuto. Di fatto il Nuovo Testamento ci mostra il compimento delle promesse fatte da Dio nell’Antico Testamento. Un esempio importante di continuità e di diversità che troviamo nei due Patti è il ruolo di Gesù nel santuario celeste come nostro Sommo Sacerdote, che senza l’Antico Testamento non potremmo comprenderlo appieno.
Con il Nuovo Testamento vediamo la fine delle leggi cerimoniali e civili che furono date a Israele attraverso Mosè. E sono le leggi relative ai sacrifici, al tempio, ai sacerdoti, alle offerte, e anche quelle che si riferivano a Israele come nazione, per esempio, l’uso della proprietà, il trattamento degli schiavi, i limiti di un terreno, le dispute tra le persone, e così via. Il Nuovo Testamento però non annulla la legge morale di Dio, anzi la ribadisce come valida e vincolante e sono i 10 comandamenti. La legge morale di Dio, altro non è che la rivelazione del Suo carattere, poiché Dio è santo, giusto e buono, allo stesso modo lo è la Sua legge. Romani 7:12 «Così la legge è santa, e il comandamento è santo, giusto e buono». Un elemento di continuità tra Antico e Nuovo Patto è il sabato, che era celebrato dai giudei come adempimento del quarto comandamento, e che anche i cristiani sono chiamati ad osservare. La chiesa nascente ha osservato il sabato, settimo giorno fino alla fine del secondo secolo, poi, con l’ingresso dell’apostasia si è iniziato ad osservare la domenica.
Gli apostoli di Cristo e i primi cristiani usavano l’Antico Testamento come Parola di Dio e predicavano Cristo attraverso di esso. Ad esempio in Atti 17, leggiamo che Paolo arrivato nella città di Tessalonica, andò nella sinagoga e, a partire dalle Scritture dell’Antico Testamento, dimostrò che Gesù di Nazareth era il Cristo che era promesso in qui testi sacri. In Atti 8, leggiamo la storia di Filippo e l’eunuco, il quale stava tornando da Gerusalemme leggendo le Scritture. Lo Spirito Santo comanda a Filippo di avvicinarsi all’eunuco, e nel farlo, si accorge che sta leggendo Isaia, allora gli chiese: capisci quello che stai leggendo? E l’eunuco rispose: come posso capire se nessuno me lo spiega? Allora Filippo sale sul carro e, a partire da quelle Scritture che l’eunuco stava leggendo, gli spiega il testo e gli predica il vangelo, dicendo che Colui a cui Isaia si riferisce è Cristo Gesù di Nazareth. L’eunuco credette e fu battezzato.
Adesso vediamo alcuni cambiamenti. La Pasqua, che nell’Antico Testamento prefigurava la morte di Gesù, e si celebrava all’imbrunire con un agnello, le erbe amare e il pane azzimo. Nel Nuovo Testamento, gli stessi simboli si ritrovano nella Cena del Signore, con il pane azzimo e il succo di vino non fermentato. Nell’Antico Testamento, la circoncisione era il segno dell’alleanza di Dio; mentre nel Nuovo Testamento è il battesimo. Un’altra differenza è la discesa dello Spirito Santo, che nell’Antico Testamento scendeva sopra pochissime persone, rendendole capaci e abili in alcuni compiti e ambiti specifici. Mentre nel Nuovo Testamento tutti i cristiani ricevono doni spirituali per servire Dio. Possiamo quindi dire che i due Testamenti ci mostrano unicità di pensiero e diversità di azione.
8 - PERCHÉ È IMPORTANTE LEGGERE E STUDIARE L'ANTICO TESTAMENTO?
L’Antico Testamento ci mostra il principio di tutto: l’inizio del mondo, l’elezione del popolo di Dio, l’origine del male e di come il peccato è entrato nel mondo, ma anche di come Dio ha provveduto a un piano di salvezza per non perdere la Sua creatura. L’Antico Testamento rivela gli atti di Dio nella storia per adempiere il piano della salvezza, che Egli aveva previsto prima della creazione del mondo; poiché l’Antico Testamento è pregno di moltissime promesse messianiche e di profezie sulla persona di Gesù Cristo, che si sono adempiute quando Egli si è incarnato nella persona di Gesù di Nazareth. L’Antico Testamento ci rivela molte cose riguardo a Dio e al modo in cui Egli agisce e interagisce con le Sue creature, poiché ci mostra le storie di uomini e donne di fede che sono da imitare; anche noi possiamo vivere esperienze simili. Per contro ci mostra anche le esperienze negative che è bene non imitare per non perdere la vita eterna. Nell’epistola agli Ebrei, al capitolo 11, possiamo vedere una carrellata di eroi della fede dell’Antico Testamento, e sono presentati come modelli di grande fede.
L’Antico Testamento è importante per il cristiano perché ci mostra il vero carattere di Dio, poiché Egli è Amore. Il Signore essendo Santo e Giusto è sempre pronto a perdonare, poiché è ricco di bontà e misericordia; ma Suo malgrado deve anche punire e castigare l’empio e il peccatore, non perché lo voglia fare, ma perché è costretto dalle scelte errate che l’umanità compie. L’Antico Testamento è fondamentale per comprendere il Nuovo. Solo se conosciamo la storia antica, possiamo comprendere e capire le profezie, ad esempio, per comprendere l’ Apocalisse è indispensabile conoscere e studiare Daniele. Perché senza questo libro, che rivela il significato dei simboli che ritroviamo in Apocalisse, resterebbe impossibile interpretarla. Inoltre, abbiamo una marea di profezie messianiche, disseminate in tutto l’Antico Testamento che senza di quelle non si potrebbe comprendere appieno il perché Cristo è venuto sulla terra ed è morto in croce al posto nostro! Gesù è venuto per distruggere Satana e la morte, ma senza l’Antico Testamento non potremmo comprendere come si è generato il male che vediamo in questo mondo, e del perché tutti noi dobbiamo morire.
Noi abbiamo bisogno dell’Antico Testamento per poter capire chi è il popolo di Dio e cos’è la chiesa cristiana, e come distinguere una vera chiesa da una falsa; poiché Dio ha sempre avuto un popolo con il quale cammina sulla terra. Da Abramo fino a che Gesù non ritorna, Dio ha sempre camminato con un popolo, la cui caratteristica è che il Suo popolo è fedele al vero e solo Dio ed è fedele nell’osservare i 10 comandamenti, sabato incluso, cosa che la cristianità apostata rifiuta.
L’apostolo Paolo disse: «Poiché tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché, mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza» (Romani 15:4).
Inoltre, riferendosi alla storia di Israele nel deserto, Paolo disse: «Ora, queste cose avvennero loro per servire da esempio e sono state scritte per ammonire noi, che ci troviamo nella fase conclusiva delle epoche» (1 Corinzi 10:11). Quando dice “queste cose”, si riferisce a quelle cose che accaddero nel deserto con Israele, “accaddero perché servissero da esempio anche per noi oggi”; se pensiamo che, la maggior parte di loro non entrò nella terra promessa e morirono nel deserto. Solo due delle dodici tribù entrò in Canaan e questo è quello che potrebbe riaccadere alla fine dei tempi. Molti pensano di essere dei veri credenti e di essere tra i salvati, ma non lo sono affatto!
Ma qual è il messaggio centrale dell’Antico Testamento?
Gesù Cristo! Ogni libro della Bibbia parla di Gesù Cristo!
Dai primi capitoli di Genesi vediamo Gesù intento a creare ogni cosa. Colossesi 1:16 «poiché in lui ( Gesù Cristo) sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui». Vediamo anche la caduta dell’umanità e il piano redentivo, con una promessa messianica che troviamo in Genesi 3:15. L’Antico Testamento descrive come Dio ha iniziato a redimere e restaurare la creazione dopo la tragica ribellione di Adamo ed Eva nel Giardino dell’Eden. Il piano della salvezza e la venuta di Gesù Cristo venivano prefigurati con il Santuario terreno o Tabernacolo, attraverso i riti, i sacrifici e con le sette festività che il popolo doveva osservare. Tutto puntava e indicava Gesù, l’Agnello di Dio che doveva venire e riscattare l’umanità dalla morte eterna, con la Sua morte in croce e con la Sua resurrezione.
1Corinzi 15: 12-14 «Ora se si predica che Cristo è stato risuscitato dai morti, come mai alcuni tra voi dicono che non c’è risurrezione dei morti? Ma se non vi è risurrezione dei morti, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede».
Giovanni 6:40 «Questa infatti è la volontà di colui che mi ha mandato: che chiunque viene alla conoscenza del Figlio e crede in lui, abbia vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Qui termina la nostra panoramica introduttiva sull’Antico Testamento, nei prossimi studi andremo ad analizzare e studiare ogni singolo libro che compone l’Antico Testamento.
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